Primo giorno in biancorosso per il nuovo tecnico Davide Nicola. Ecco le prime dichiarazioni in diretta dalla sala stampa Gianluca Guido.

Ad intervenire per primo il presidente Paparesta: “Un ringraziamento a chi si è dedicato anima e corpo alla causa ma che per un susseguirsi di risultati negativi è dovuto andare via. Sono stato costretto a prendere la decisione di esonerarlo per dare una scossa alla squadra e all’ambiente. Ho il piacere di presentarvi Davide Nicola, un tecnico serio che arriva in una piazza calda, con una tifoseria meravigliosa. Io rappresento i tifosi. Con il nuovo allenatore ho trovato massima sintonia. Il lavoro è impegnativo. Fino a qualche anno fa calcava i campi di serie B, è un difensore arcigno, che ha lottato sempre per conquistare i massimi risultati”.

“Se dopo Catania e Avellino avessimo continuato a vincere – continua Paparesta – sarei stato contento di continuare il rapporto con Devis Mangia. Non sono sempre rosa e fiori. Ci sono momenti di difficoltà che si possono superare. Benvenuto a mister Nicola e al suo staff, composto da quattro nuovi innesti, Vanni Sartini, Manuele Caciccia, Gabriele Stoppino e Rossano Berti. Questi si andranno ad aggiungere agli altri nostri componenti. Resta il fatto che il responsabile ti tutte le scelte, da ogni punto di vista, sono io. Ribadisco, mi assumo tutte le responsabilità degli errori commessi fino ad oggi”.

Davide Nicola, giunto in sala stampa, ha salutato tutti i giornalisti e tecnici prima di sedersi assieme al presidente biancorosso. Ecco le prime dichiarazioni del tecnico piemontese.

“Siamo tutti sulla stessa barca. Mi aspetto di condividere con voi le sorti del Bari, nel bene, Per me un grandissimo onore essere qui, me ne sono reso conto quando mi hanno prelevato ieri sera in aeroporto. Ho tanta umiltà quanta ambizione. Non amo la presunzione perché tutto nella vita mi è costato fatica”.

“Nel mio calcio prevedo soluzioni di gioco diverse. L’importante, specie in serie B, è l’intensità. In questa categoria si trovano un sacco di squadre che cercano la continuità, fondamentale per risultati importanti, specie in piazze che si aspettano qualcosa di più. Noi abbiamo dei sogni, dobbiamo essere estremamente forti”.

“Sono arrivato a Bari per una precisa scelta. Voglio dimostrare il mio valore. Vivo di emozioni, ho imparato a gestirle molto bene. Ho scelto questa piazza per chimica, difficile spiegarlo a parole. Mi sembrava di conoscere Paparesta da tempo. Bari ha fame, come me, se riusciamo a trovare la quadratura del cerchio, possiamo divertirci. Il senso di appartenenza è il vero valore aggiunto”.

“Per oggi ho in mente solo un allenamento conoscitivo. Da domani si comincia sul serio. La mia tragedia ha cambiato gli equilibri. La mia è una famiglia particolare, abbiamo molta fede e questo ci ha portato grande forza. Questo evento ha aumentato la mia lucidità, difficile che abbia paura di qualcosa, un un ambiente o un confronto. Valuto tutto con estremo distacco. E’ una grandissima motivazione in più, per quello che devo dimostrare anche a me stesso”.

“Non è mia abitudine commentare l’operato precedente al mio. Per come interpreto io il calcio, non amo la lentezza del gioco ma adoro la velocità, presupposto essenziale per vincere una partita”.

“In Italia si parla di modulo, altrimenti la gente non riesce a parlare di calcio. Nelle mie esperienze ho dovuto capire il potenziale della rosa a disposizione. Ho cambiato due modi, difensivi, di stare in campo. Se riesco a stare nella metà campo avversaria con buon gioco e si riesce a sfruttare le occasioni, allora impronto il calcio su quel sistema. Il modulo non conta nulla, ma i principi”.

“Quando giocavo tenevo un quadernino di appunti, per capire come ci si comporta dalla panchina. Senza atteggiamento mentale non si va da nessuna parte. Io sergente di ferro? Io sono pronto a dare tutto me stesso ai miei ragazzi quando loro danno tutto a me. Se pensiamo di avere una squadra senza palle, vedremo una prestazione senza palle. C’è la buona volontà, è quello che conta”.

“Compito meno facile è rimboccarsi le maniche. Quello che conta è il campo, non le previsioni di classifica. Il mio 110 e lode del patentino di Coverciano? Una cosa inutile, perché contano i risultati. Con il Livorno non ho vinto il campionato, lo hanno vinto i ragazzi. Io ho indicato la via”.

“A Bari si è fatta la storia lo scorso campionato. Chi veniva allo stadio aveva il gusto di sostenere la squadra, senza obiettivi particolari. I giocatori lo sapevano e si sentivano dei re. Oggi la pressione è tanta, io sono ambizioso ma umile, Non voglio ingannare nessuno e prendere in giro le persone. Raggiungere la serie A non è facile. Diamoci degli obiettivi. Il primo è uscire da questa situazione. E tra quattro giorni mi aspetta il primo impegno.