Esodo di supporters biancorossi in direzione Bologna. Domani al Dall’Ara il Bari potrà contare sul sostegno di quasi tremila tifosi amici ed il tecnico Davide Nicola non vede l’ora di regalare loro una gioia.

«Viviamo per questo – sorride fiero Nicola – se non ci fosse il pubblico andremmo tutti quanti a casa. Siamo qui per loro, per i tifosi. La riflessione più importante da fare è quella che in un periodo di crisi, un numero così grande di persone decide di investire tempo e danaro per seguire noi. Il calcio è passione. E l’esodo di domani dimostra che il mondo è mosso dalla passione. Tutto il resto non conta. Il mio desiderio è quello di regalare alla nostra gente un momento di serenità. Siamo orgogliosi di loro».

«Il fatto che abbiano deciso di farci giocare di domenica mi piace – continua l’allenatore – vuol dire che da questa particola ci si aspetta spettacolo. Loro sono una grande squadra, hanno una storia importante. Io mi divertirò. Credo che il Bari debba giocare alla stessa maniera indipendentemente dal fatto che la partita sia in casa o fuori. Dobbiamo avere una nostra precisa identità».

Sette giorni in più per conoscere la squadra. Ecco le considerazioni di Nicola. «È stata una settimana di lavoro. E di meditazione. Ho riflettuto sui nostri difetti e su come instradarli in una logica di pensiero comune per trasformarli in pregi. Ribadisco, questa squadra ha dei valori. Adesso deve trovare la costanza nel tirarli fuori. Ho notato che i ragazzi non hanno avuto picchi dopo la vittoria sul Trapani, non hanno vissuto la settimana in maniera presuntuosa: siamo rimasti ben ancorati sui binari dell’equilibrio. E questo è un aspetto fondamentale».

Prima della gara le squadre indosseranno una maglia in memoria di Klas Ingesson. «Non l’ho conosciuto personalmente, ma ho sentito tanto parlare di lui. Igor Protti, ad esempio. Ne parlava continuamente. Durante il riscaldamento, con i giocatori che avranno addosso quella maglia, dovremmo pensare alla fortuna che abbiamo di poter fare qualcosa che altri, tipo Klas, non possono fare più. È una grande responsabilità. Ed è un ragionamento che faccio spesso».

Sempre quattro gli indizi relativi alla formazione. Che rispetto alla sfida della scorsa settimana dovrebbe variare in un paio di pedine. «Giocherò con Sabelli, Camporese, Defendi e Caputo. Ma questa volta credo non la indovinerete».