Dopo il ritiro di Castel di Sangro, il Bari è tornato in patria. Mangia è tornato a parlare. E la squadra è tornata a respirare aria di partita. Le gare di ieri hanno detto che i biancorossi sono più vicini alla zona retrocessione rispetto a quella più nobile dei play-off. Ma in questo momento all’allenatore di Cernusco sul Naviglio interessa davvero poco.

«Non me ne può fregar di meno della classifica. Personalmente, devo solo pensare a fare bene e in questo momento fare bene significa battere la Ternana. È una gara importante, ma non più importante rispetto alle altre. Ultima spiaggia? Non spetta a me dirlo».

Tante le considerazioni sul ritiro. Qualcuna forse pungente, come quella relativa alle condizioni delle strutture a sua disposizione nella quotidianità degli allenamenti. «La squadra ha lavorato bene. Ma avremmo lavorato bene anche se fossimo rimasti a Bari. Con la differenza che lì abbiamo trovato campi migliori sui quali allenarci. Nei ragazzi ho percepito la voglia di fare bene e la consapevolezza di aver fatto male. Se devo scegliere un aggettivo per descrivere il loro atteggiamento dico che li ho visti determinati. Non so se è stato un ritiro punitivo, per me bisogna sempre cercare di trovare lo spunto positivo in qualsiasi cosa. So che lo abbiamo affrontato con lo spirito giusto. Dovevamo ritrovare autostima e fiducia e lo abbiamo fatto. Il presidente Paparesta? In ritiro non è venuto, ma la sua presenza non è mancata. Ci siamo sentiti tutti i giorni».

Ermetiche le dichiarazioni circa le possibili scelte di formazione. «A centrocampo resteremo a tre. Dietro abbiamo provato tante cose, alcune nuove altre meno. Tra i convocati non c’è Calderoni, non ha ancora recuperato. Non ci sarà neanche Rossini. Con la società gli abbiamo accordato un permesso per seri problemi personali. Situazioni che vanno ben oltre il calcio. E chiudo qui per questioni di rispetto e riservatezza. Per il resto, non dico nulla. Questa volta anche i giocatori verranno informati delle scelte solo a ridosso della partita».