Un’altra disfatta. Un’altra Caporetto. Il Bari perde 3-0 a Crotone di fronte a circa 800 tifosi biancorossi arrivati in Calabria in cerca di risposte. Di una squadra che rispettasse la maglia. Di un allenatore che ritrovasse il bandolo della matassa. E invece niente da fare. Adesso Paparesta dovrà prendere la sola decisione possibile: cacciare Mangia, Antonelli e ridare dignità a tutta quella gente che gli aveva concesso fiducia.

La prima occasione del match è per i ragazzi in maglia biancorossa. Ed è colossale. Zampano effettua con troppa sufficienza un retropassaggio verso il proprio portiere, Caputo capisce tutto e si ritrova da solo davanti a Bajza, ma la sua conclusione di destro finisce incredibilmente a lato.

Goal non fatto, goal subito. L’amara legge del calcio si presenta puntuale anche allo Scida di Crotone. A punire il Bari è Camillo Ciano, un altro illustre sconosciuto che i tifosi del galletto non dimenticheranno facilmente. Il goal è frutto di una bella azione dei padroni di casa che con tre passaggi di prima trovano tiro, porta e vantaggio.

La reazione del Bari è tutta nel caparbio tentativo di Sciaudone, che in un’azione di sfondamento si vede respingere la conclusione prima dalla difesa crotonese poi da Bajza. Niente di più. Niente furore agonistico, niente cuore, niente organizzazione di gioco, niente di niente.

Chi si aspetta un avvio di ripresa arrembante da parte dei galletti, un assalto alla porta avversaria nel tentativo disperato di salvare la panchina di Mangia, resterà deluso. L’occasione più pericolosa è rappresentata da un tiro a giro di Salviato che il portiere di casa respinge in tuffo senza grossi affanni. Poi il raddoppio del Crotone. Torregrossa controlla fortunosamente un lancio arrivato dalle retrovie e appoggia a Maiello, che indirizza la sfera nella voragine apertasi nel cuore della difesa e serve a De Giorgio la palla del 2-0.

I tifosi del Bari abbandonano il settore ospiti. La partita continua senza che la squadra di Mangia abbia altro da dire. Cross disperati e nessuna idea. Galano potrebbe accorciare le distanze, ma il colpo di testa non è esattamente il suo colpo migliore, così spedisce a lato una facile occasione. Nel finale, Maiello mette alle spalle di Donnarumma il terzo goal e completa la figuraccia.

L’arbitro fischia la fine e Mangia abbandona il campo in solitudine. La sua avventura al Bari non può continuare. Il dubbio che dopo la disfatta di Vercelli si sia solo perso del tempo prezioso è forte. Fortissimo. È quasi una certezza. Adesso Paparesta faccia il suo dovere di presidente. Senza ulteriori, inutili, perdite di tempo.