Daniele Sciaudone prova ad alleggerire il peso delle aspettative. Lo fa nel suo stile, senza troppi giri di parole. Concetti chiari. Anche se forse più vicini al Romeo Paparesta pensiero (mai pronunciato la parola serie A, ndr) che a quello più volte espresso dal presidente Gianluca.

“Da tre anni il Bari raggiunge l’aritmetica salvezza solo nelle ultime giornate. Puntare a vincere il campionato da un anno all’altro non è facile. Se la squadra fosse rimasta in blocco quella dello scorso anno, avrei potuto capire. Ma abbiamo cambiato tanto. Nel calcio i successi si costruiscono col tempo, a parte casi eccezionali. Le pressioni esterne non devono essere un alibi per nessuno, ma dateci il tempo necessario per trovare i giusti equilibri”.

“L’anno scorso nelle prime sette partite di campionato dagli spalti non è arrivato un solo fischio – continua Sciaudone – gli spettatori erano mille e non tanti quanto quelli della gara contro il Modena, ma non credo sia questo il punto. Erano le aspettative ad essere diverse. Non c’erano pressioni. E da parte nostra c’era quella libertà mentale che poi ci ha permesso di arrivare dove siamo arrivati”.

Sulla partita di Catania. “Troveremo un clima rovente. Ma in questo caso le pressioni saranno tutte per loro. In classifica sono dietro e in più giocano in casa. Sarà una gara bella e tosta. Arriviamo da un periodo un po’ sfortunato, ma daremo tutto per riscattarci. Vogliamo fare risultato. Dovremo migliorare in lucidità mentale e nella gestione delle forze. E nella determinazione. Ma quella non la puoi allenare, tanto meno la trovi su un monte. Devi cercarla dentro di te. L’arciere Calaiò? Le mie frecce sono al carbonio. Più dure ed efficaci”.

Ieri un bel selfie di squadra dopo quasi un mese di pausa. Una versione “meno social” che aveva preoccupato non poco i tifosi. “Ho sentito il bisogno di pubblicarne uno perché percepivo che alla gente mancava qualcosa – chiude Sciaudone – volevo dare dimostrazione di come la squadra sia unita. Come l’anno scorso organizziamo cene e giochi per compattare quanto più possibile lo spogliatoio. Negli ultimi mesi della passata stagione le mie foto creavano entusiasmo e portavano fortuna. Quest’anno ai primi selfie qualcuno mi ha anche scritto di pensare meno agli scatti e più a lavorare. Ho capito che evidentemente c’è un tempo giusto per ogni cosa”.