Un rinvio finito in fallo laterale e giù i fischi. Più in generale, mugugni e campagne social che vogliono la porta del Bari difesa da Enrico Guarna. Antonio Donnarumma, titolare scelto da Mangia per questa stagione, prende e porta a casa. Sereno come al solito e deciso nel voler conquistare la fiducia del suo pubblico.

“Enrico nella passata stagione ha fatto molto bene – inizia Donnarumma – si è guadagnato la fiducia della piazza ed i tifosi gli vogliono bene. Giusto così. Da parte mia, non posso fare altro che lavorare per conquistare la stessa fiducia. Il rapporto fra di noi è ottimo, mi regala tanti consigli. Il mister ha fatto delle scelte, ma non c’è alcun tipo di rivalità. Ci aiutiamo e pensiamo al bene della squadra”.

Nessuna perplessità anche in merito al gioco con i piedi richiesto da Mangia. “Anche mister Gasperini, a Genova, chiedeva a noi portieri lo stesso tipo di giocata – dice il portiere – nel calcio di oggi è fondamentale far ripartire l’azione da dietro. Certo, non bisogna esagerare. Bisogna capire quando è il caso di buttar via la palla onde evitare inutili rischi. Devo migliorare anche sotto questo punto di vista”.

Tante le coppie di centrali che si sono avvicendate davanti a Donnarumma dall’inizio della stagione, ma non sembra essere questo il problema di una difesa che ancora non convince. “In rosa abbiamo la fortuna di avere tanti giocatori. Tutti validi. Questa è una risorsa, non un handicap. Chi viene chiamato in causa deve saper sfruttare l’occasione e provare a convincere il mister nel schierarlo di nuovo. In generale, dobbiamo prestare più attenzione alla palle inattive. Magari provare a parlarci di più. Accorgimenti sui quali stiamo lavorando”.

A tenere banco, dopo la mancata vittoria contro il Modena, i fischi del San Nicola e lettera del presidente Paparesta ai tifosi. “Da sempre chi viene allo stadio è libero di esprimere il proprio parere circa quanto ha visto in partita – chiude Donnarumma – noi dobbiamo solo impegnarci per fare meglio. A partire dalla sfida contro il Catania. Ho letto la lettera di Paparesta. Fa piacere.  Abbiamo la fortuna di avere un grande presidente”.