Per l’A.S.D. UIC Bari  hanno impugnato la racchetta: Massimo D’Attolico, Vincenzo Di Bari, Chiara Di Liddo, Vito Lasorsa, Patrizia Marrone, Graziana Mauro, Antonio Menga, Samanta Milillo, Marco Mongelli e Giuseppe Simone. La proclamazione della squadra vincitrice è stata effettuata dal presidente federale, Sandro Digirolamo, alla presenza dell’assessore allo Sport del Comune di Bari, Elio Sannicandro, e del  presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della sezione provinciale di Bari, Luigi Iurlo. Un ulteriore premio al lavoro svolto da tutti gli atleti della società barese è rappresentato dalla convocazione di Di Liddo in nazionale per la disputa dei Mondiali di showdown in programma a metà agosto in Slovenia.

«Un grazie va a tutti gli atleti per l’impegno profuso nel corso della stagione», ha dichiarato Vito Mancini, presidente regionale dell’UIC. «Il successo è giunto grazie alla tenacia e al gioco espresso da parte di tutti gli atleti che hanno portato entrambe le squadre a disputare la finale».  Lo showdown è una disciplina che nelle ultime stagioni sta conoscendo un notevole sviluppo. Viene praticato su campi delle dimensioni di 3.62×1.21 metri. Si gioca con una palla sonora, del diametro di 6 cm, nella quale sono state inserite biglie di acciaio e racchette con le quali i due atleti, bendati per annullare l’eventuale residuo visivo, cercano di mandare la palla nella porta dell’avversario, facendola passare sotto lo schermo centrale. Ogni rete dà diritto a 2 punti, mentre un’infrazione viene sanzionata con un punto a favore dell’avversario. Ogni partita vinta, disputata in unico set che termina al raggiungimento del 31° punto, vale 3 punti.

Lo Showdown fu inventato da Joe Lewis, un canadese non vedente, negli anni ’60. Il principio di questo sport potrebbe essere paragonato al tennis da tavolo; non a caso è conosciuto anche come ping-pong per non vedenti, ove gli scambi bassi prendono il posto di schiacciate e pallonetti.

2 luglio 2013

Vito Pacillo