Davanti al pm Ciro Angelillis e al comandante del reparto operativo dei Carabinieri Riccardo Barbera il giocatore, oggi all’Atalanta, avrebbe raccontato la sua verità: parole delicate che, come già successo la settimana scorsa a Cremona, hanno costretto gli investigatori a secretare il verbale.

Dalle poche indiscrezioni trapelate sarebbe emerso, però, che Masiello avrebbe ammesso il suo coinvolgimento nella combine di alcune partite dello scorso campionato del Bari, su pressione anche di alcuni esponenti dei clan malavitosi locali, decisi a puntare forte sul calcio.

E che avrebbero trovato l’ambiente ideale per i loro malaffari in uno spogliatoio spaccato e allo sbando da gennaio scorso in poi (nel quale avrebbero addirittura avuto libero accesso in più di una circostanza) e in una società completamente assente.

L’ex beniamino dei tifosi biancorossi avrebbe confermato di non essere stato il solo a entrare in contatto con la mafia e di essere stato avvicinato per la prima volta in occasione del match interno contro il Chievo, perso per 2-1, e successivamente per quelli contro la Roma e contro la Sampdoria, persi sempre al San Nicola per 3-2 e 1-0.

In quei casi, però, avrebbe raccontato di essersi opposto e di essere stato costretto a scendere a patti con la mafia solo prima della trasferta di Palermo dello scorso maggio, quando alcuni esponenti di un noto clan malavitoso barese si sarebbero addirittura presentati presso la sua abitazione.

«I compagni mi dicevano di stare attento, che quelli non scherzavano: ho avuto paura», avrebbe raccontato il difensore, spiegando di essere stato costretto ad accettare la mazzetta da 80mila euro in contanti per aggiustare il risultato di quella partita.

Soldi poi restituiti ai malviventi, perché (come è ormai noto) quella combine sarebbe saltata a causa dell’errore dal dischetto del capitano palermitano Fabrizio Miccoli.

Gli inquirenti, che ritengono quanto emerso durante l’interrogatorio soltanto un’aggiunta rispetto a un quadro probatorio già molto forte, dovrebbero ora far luce sul presunto coinvolgimento di un centrocampista in rosa nella passata stagione, di un paio di ex giocatori biancorossi “insospettabili” e anche di qualche dirigente.

Andrea Masiello, invece, sarà ascoltato nei prossimi giorni a Roma dal Procuratore federale Stefano Palazzi, che si occupa delle indagini nell’ambito della giustizia sportiva.

Nicola de Mola