Un paese è civile quando possiede e mette in pratica la cultura della riabilitazione sociale e lavorativa per i suoi detenuti e per chi la pena l’ha già scontata. La Puglia ci insegna che bisogna partire proprio da questo tema per educare e sensibilizzare la comunità e lo fa cominciando dall’approvazione del Reddito di Dignità da 1,5 milioni di euro per i minori sottoposti a provvedimenti penali. Questa mattina, 26 gennaio 2022, è stato presentato un Protocollo d’intesa tra la Regione Puglia e il Centro per la Giustizia Minorile per la Puglia e la Basilicata, fortemente promosso dall’assessora al Welfare Rosa Barone, Giuseppe Centomani, dirigente del Centro per la giustizia minorile per la Puglia e la Basilicata e Valentina Romano, direttrice del Dipartimento regionale al Welfare. L’iniziativa nasce per dare una seconda possibilità a quei giovani rimasti impigliati nella rete della criminalità che hanno bisogno di prospettive, di un’alternativa sana per poter affrontare la vita una volta usciti dagli istituti di detenzione minorile.

L’iniziativa mira a coinvolgere ciascun giovane che sta scontando illeciti in attività di inclusione sociale e lavorativa, percorsi di reinserimento personalizzati e corsi di formazione per la costruzione di un futuro migliore, lontano dalla marginalizzazione che spesso causa gravi ricadute nel delinquere. I ragazzi che daranno la loro adesione al progetto percepiranno un’indennità economica.

L’assessora Barone spiega che “il Protocollo vuole favorire nuove opportunità di crescita nei giovani a rischio di emarginazione sociale, culturale e formativa, attraverso la presa in carico integrata della persona, a seguito di valutazione multidimensionale di tutti i bisogni rilevati. Ogni giovane avrà un percorso personalizzato, costruito sulle sue caratteristiche e peculiarità. La disoccupazione e la marginalizzazione sono terreno fertile per la criminalità organizzata: per contrastarla è necessario che i ragazzi capiscano che ci sono alternative e vengano accompagnati in percorsi che facilitino il loro ingresso nel mercato del lavoro. Tutta la comunità è interessata dai risultati di questa misura, non solo i beneficiari.”

“I destinatari del Protocollo – ci tiene a specificare la dirigente Valentina Romano – sono i giovani che abbiano assolto l’obbligo scolastico, di età non superiore ai 25 anni, sottoposti a provvedimenti penali dell’Autorità Giudiziaria Minorile e che siano stati individuati dal CGM Puglia come destinatari, a seguito di valutazione multidimensionale del bisogno. Tra le iniziative previste ci sono tirocini per l’inclusione sociale e/o forme similari, corsi di formazione, la partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di un lavoro, percorsi di ri-abilitazione sociale dei giovani dell’area del disagio, partecipazione ad attività culturali in una prospettiva di cittadinanza attiva e solidale. La collaborazione e sinergia tra il Dipartimento al Welfare e il Centro per la Giustizia Minorile ha, dunque, l’intenzione di replicare il modello ReD, ormai consolidato in questi anni, attraverso un modello sperimentale di azioni innovative di affiancamento e supporto ai minori e giovani in età da lavoro sottoposti a provvedimenti giudiziari. L’intesa ha la durata di due anni e per la realizzazione delle attività previste sono stati stanziati 1.500.000 euro.”

“In Puglia abbiamo poco meno di 1800 ragazzi in carico agli Uffici di Servizio Sociale, di cui circa 400 sono inseriti in programmi di messa alla prova. La politica della Giustizia Minorile nel distretto della Puglia ha dimostrato, negli ultimi anni, la necessità di riqualificare i propri modelli di intervento con i giovani dell’area penale. (…) Questo modello di intervento si propone, pertanto, non di insegnare semplicemente un lavoro, ma di trasformare questi giovani in veri e propri cittadini e lavoratori”, conclude così Centomani. Non è mai troppo tardi per ri-cominciare.