“Papà è una parola troppo grande per me. L’ultima volta che ho sentito il signor Corrado risale a 11 anni fa”. Esordisce così al telefono Nicola Papagno, il figlio 40enne di Corrado che vive in Germania.

Ci siamo messi sulle sue tracce e lo abbiamo rintracciato sui social dopo l’ultimo servizio. Corrado dalla stazione di Trani lanciava un disperato appello d’aiuto per rimettersi in contatto con lui.

“Non è vero che ci siamo sentiti telefonicamente per tutto questo tempo, dice molte bugie – racconta dopo averci chiamato e aver visto i servizi realizzati finora -. Mi dispiace per la situazione che si è creata, ma se l’è cercata, non solo con me, ma con tutta la famiglia. Non è stato mai presente come padre. Ci siamo rivisti 11 anni fa, è venuto anche qui in Germania. Ho cercato di aiutarlo, ma sono successe cose che non posso raccontare. Dice solo menzogne. Lui mi ha messo al mondo, ma non rappresenta niente per me”.

Parole durissime quelle di Nicola, in netta contrapposizione con quello raccontato fin qui da Corrado. Prima di pubblicare l’articolo, abbiamo cercato di spiegargli i contenuti della versione di suo figlio. Non è stato facile farci ascoltare, perché Corrado continua a rifugiarsi in una verità non del tutto corrispondente alla verità dei fatti. Come più volte scritto, purtroppo chi vive per strada non di rado crea una mistificazione dei fatti. Non è cattiveria, ne siamo convinti, ma la necessità di proteggersi emotivamente.

Corrado, su suggerimento di qualche fenomeno, ci ha accusato di avere interessi e di voler ricavare chissà cosa dalla sua storia. Questo “pensiero” e il resto della telefonata mandano all’aria l’idea di poter continuare a stargli accanto, come abbiamo fatto quando siamo andati a trovarlo senza telecamere.

L’unica cosa che possiamo assicurare a lui e a chiunque altro abbia seguito la vicenda dall’inizio, è che alcuni volontari hanno cercato di aiutarlo anche durante questi giorni, con pasti caldi che Corrado ha però rifiutato, così come è stata rispedita al mittente la proposta di andare in un dormitorio visto il calo vertiginoso delle temperature.

Prima di tutti questi sviluppi, dall’Amministrazione erano arrivate notizie incoraggianti. In attesa di trovare una soluzione temporanea, il 10 marzo, alle ore 10, si terrà un incontro con il Giudice e l’assistente sociale che segue il caso, per capire quale possa essere il percorso intraprendere. Non sappiamo se, alla luce di questi ultimi accadimenti, Corrado accetterà ancora di essere seguito e curato come ci aveva più volte promesso. Noi non avevamo nessun secondo fine se non quello di aiutarlo. Le parole del figlio Nicola lo hanno evidentemente riportato coi piedi per terra, smontando il castello di carta che si era costruito.

Se davvero è determinato a proseguire il suo recupero, se davvero vuole dimostrare ai figli di essere un uomo diverso, Corrado potrà ricontattarci, trovando in noi lo spirito di sempre. In caso contrario gli facciamo un grosso in bocca al lupo.