Parlare di svolta è prematuro, ma la storia di Walter potrebbe prendere una piega diversa, quella sperata, potrebbe essere vicino l’inizio della risalita. Nei giorni scorsi il 40enne barese ci ha contattato e ha raccontato alla nostra telecamera le sue vicissitudini, gli errori commessi, la perdita del lavoro, l’essersi ritrovato senza nemmeno la possibilità di comprare un regalo per Natale alla figlia di due anni e mezzo.

L’intervista ha fatto breccia nel cuore di tanti, moltissimi ci hanno contattato, chi per dare un contributo economico, chi ha voluto prendere un pensiero per la piccolina, chi proprio per offrirgli un lavoro.

Un nostro lettore, che si è rivisto nelle parole e nelle traversie di Walter, si è fatto avanti per proporgli un posto nella ristorazione in Inghilterra. Un cambiamento di vita radicale, su cui si sta riflettendo molto attentamente.

“Ne ho parlato con la mia psicologa – ci ha detto – che si è messa in contatto con alcuni colleghi di là, la cosa si potrebbe fare, potrei continuare a essere seguito via Skype. Ci stiamo pensando”.

Indipendentemente da come proseguirà la vicenda di Walter, che pure continueremo a raccontare, l’obiettivo di servizi come questo non è fine a se stesso, non è la spettacolarizzazione per fini personali di cui spesso siamo accusati ingiustamente, tutt’altro.

La solidarietà arrivata da più parti tanto a Walter quanto a Lello e Angela, è il segno che il problema di uno, spesso è il problema di tanti, anche di chi ci è passato e lo ha superato. Non tutti gli appelli vanno a buon fine, non siamo in grado di aiutare chiunque, ma l’ultima cosa da fare è rintanarsi in un angolo e arrendersi.