Negli occhi ho ancora le immagini funeree dei braccianti morti nel foggiano. In testa martellanti i racconti delle loro misere vite, alla continua ricerca della dignità negata e persa per sempre. L’immane tragedia è frutto di un degrado al quale non si è saputo porre rimedio, nemmeno con leggi, manifestazioni di solidarietà a comando, interventi parlamentari e con ogni tipo di strumentalizzazione possibile.

Con la sciarpetta al collo e senza alzare il culo dalle proprie comode stanze, al fresco dell’aria condizionata, si arriva a dare del razzista a chi tenta di sollevare le condizioni bestiali di quegli uomini e donne. A chi tenta di accendere i riflettori su certe cantinole, depositi e sottani senz’aria – altro che condizionata – in cui si ammassano per una manciata di euro al mese. Sì, perché il problema vero sono i proprietari di quelle bettole, che senza migranti da stivare sarebbero solo un peso.

Condizioni bestiali, dicevamo, non nei “campi di concentramento” gestiti dai caporali e in certi casi anche dalla mafia in provincia di Foggia o in Calabria, ma nel centro di Bari, nella parte maledetta del quartiere Libertà. L’altro giorno ho visto un video su Facebook che mi ha fatto vergognare: alcune donne baresi sono arrivate quasi alle mani con i migranti, colpevoli di svuotare un secchio pieno di feci e urina nel cassonetto oppure nelle caditoie stradali.

Un gesto di barbarie quotidiana, che riporta al Medioevo, permesso da chi non chiude quella stalla al civico 424 di via Dante e tiene aperte tutte le altre stalle del quartiere. Siamo andati come sempre sul posto, con la camicia fradicia per via dei 36 gradi. Volevamo renderci conto delle reali condizioni.

Al tugurio, seppure chiuso a chiave, non ci si può neppure avvicinare. La voglia di vomitare a causa del cattivo odore è tanta, almeno quanto quella provocata dall’ipocrisia dei  commenti e delle parole vuote di vicinanza scritte da uno smartphone sotto l’ombrellone. Rinunciate a qualcosa, a un pezzo delle vostre vite, per andare a protestare fuori da quella stalla senza bandiere e discorsi ideologici. Quegli uomini e quelle donne vivono come gli animali e qualcuno ne approfitta. La verità è questa, qualunque siano il vostro colore politico, estrazione sociale, culto religioso, tendenze sessuali. Forza Bari, reagisci alla disumanità presa a pretesto per fondarci sopra una campagna elettorale, di centrodestra o centrosinistra a seconda dell’elettorato che si vuole convincere.