Una storia comune a tante famiglie che non possono permettersi una casa in cui vivere e che devono lottare contro le istituzioni e la disoccupazione. Giovanni per morosità ha perso la casa in cui abitava in via Giulio Petroni 41 insieme alla sua compagna e al bambino di 11 mesi.

“Nel 2011 ho occupato abusivamente questa casa insieme alla mia compagna – ci racconta -. Non l’abbiamo levata a nessuno, infatti era abbandonata da più di 30 anni ed era stata levata alla ex proprietaria perché la teneva a uso deposito”.

Dopo alcuni anni da abusivo, Giovanni ha ottenuto le carte da parte dell’Arca per continuare a stare tra quelle quattro mura. “In questi anni ho sempre pagato le bollette – continua – nonostante la casa abbia gli impianti vecchi e pericolosi. Quando abbiamo ricevuto lo sfratto, abbiamo deciso di non pagare più. Risultando moroso è venuto a bussare alla nostra porta l’Ufficiale Giudiziario che ci ha detto che dovevamo sgomberare al più presto”.

“Inizialmente – aggiunge Giovanni – ci siamo opposti a questa decisione e nel frattempo abbiamo anche fatto richiesta per emergenza abitativa visto che non abbiamo una casa, sono disoccupato e ho a carico un minore, ma la nostra assistente sociale me l’ha negata e non so perché”.

“Per farci lasciare la casa il prima possibile – conclude – hanno anche minacciato la mia compagna dicendole che nel caso in cui si fosse ribellata le avrebbero levato il bambino”. Proprio per questo la compagna di Giovanni, il giorno dello sgombero, è scappata insieme a suo figlio. Solo la sera si è fatta risentire e ora vive insieme alla mamma a Bitonto.

Mentre stavamo intervistando Giovanni sono arrivati gli agenti di Polizia e l’Ufficiale Giudiziario che ci hanno intimato di uscire poiché era in corso lo sgombero. Adesso Giovanni è tornato a vivere con sua madre, in attesa di una decisione da parte dell’Arca. Nel frattempo è in cerca di lavoro per aiutare la sua famiglia e per riuscire a ricongiungersi con i suoi cari.