Come al solito, per ottenere qualcosa ci vogliono purtroppo le telecamere e i giornalisti. Lo sa bene Mimmo Caldaro, nostra vecchia conoscenza, noto ormai per essere un disabile totalmente fuori dagli schemi. Negli ultimi due anni, grazie a un rinnovo automatico, Mimmo ha percepito l’assegno di cura, essenziale nella sua condizione di impossibilità totale dei movimenti escluso il dito di una mano. La sma da cui è affetto non perdona.

Quest’anno, la prassi per l’assegno di cura è però cambiata, c’è da presentare una domanda, ma Mimmo lo scopre casualmente una settimana prima della scadenza: “Non sono riuscito ad avere per tempo dall’Inps il modello ISEE – scrive lo stesso Caldaro alla Presidenza della Regione -. La cosa ingiustificabile è che nessuno del distretto che mi ha in cura né voi mi avete messo al corrente, sarebbe bastata una mail”.

E siamo a ieri, quando stamattina Mimmo si è recato in Presidenza, sul lungomare, per poter parlare con Emiliano o chi per lui, perché il problema è serio e una qualche soluzione va trovata. Purtroppo, la sfiga ci vede benissimo: all’ingresso Caldaro viene bloccato perché Emiliano è in via Capruzzi, per la seduta di Consiglio regionale, e del suo staff non c’è nessuno. O meglio, in tutto l’edificio non c’è nessuno che possa riceverlo per affrontare la situazione in maniera risolutiva.

A poco servono le rimostranze e le discussioni con le guardie giurate, dai tornelli non si passa. Fino a quando tiriamo fuori telecamera e microfono dalla borsa e ci accingiamo a registrare il nostro servizio. Allora, e solo allora, ci vengono a chiamare: il Capo di Gabinetto, impegnato in altre faccende, ma evidentemente informato di quanto stesse accadendo, ha acconsentito a incontrare Mimmo, ovviamente senza troupe al seguito.

“Ho atteso un’ora e mezza – ci ha raccontato Caldaro – quando dall’ascensore è sbucato Emiliano. Di tutta la mia storia, ha detto di non essere stato informato da nessuno della sua segreteria. Per il bando ormai è tardi, è stato chiaro su questo, ma mi ha lasciato il suo numero e si è impegnato personalmente”.

In attesa di scrivere la parola fine su questa odissea, il pensiero di Mimmo va a chi lo ha sostenuto: “Mi hanno scritto in tanti – ci ha detto – davvero sento di volerli ringraziare, mi sono stati vicino e continueranno a farlo finché questa storia si chiuderà positivamente”.