Il 23 novembre Mauro e Anna Sciancalepore dovranno lasciare la casa che il Comune ha pagato loro per 20 mesi. Anna, a causa di una malattia degenerativa, passa quasi tutta la giornata a letto. Mauro invece, con lei da 42 anni, ha perso tutto pur di accudire la moglie, invalida da febbraio scorso, con una pensione di 288 euro e l’accompagnamento che ad andar bene arriverà fra circa un anno.

La vecchia amministrazione comunale di Molfetta si era fatta carico del contratto d’affitto, ma prima il commissario, poi la nuova giunta, hanno ritirato la delibera, offrendo agli Sciancalepore un altro anno di affitto, sempre che trovino qualcuno che dia loro una casa. Il problema è proprio questo, spiega Mauro: “Non abbiamo garanzie e quindi nessuno ci affitta un appartamento, abbiamo provato anche con la busta paga di mia figlia, ma non c’è stato niente da fare”.

In alternativa, l’amministrazione comunale, che per quanto possibile assicura al capofamiglia qualche ora di lavoro e un sussidio straordinario annuale, ha proposto 250 euro da risarcire mensilmente a chi dovesse ospitare i coniugi nella propria abitazione. Troppe, però, l’esigenze della donna disabile per riuscire a trovare una sistemazione. Dopo 20 mesi Anna e Mauro rischiano di finire in mezzo a una strada, anche perché rifiutano una sistemazione diversa da una casa.

“La mia paura più grande – spiega Anna rivolgendo il suo appello alle istituzioni molfettesi – è quella di rimanere immobilizzata a letto per sempre. Vorrei solo un posto in cui possa definitivamente vivere nel caso ciò dovesse accadere”. Abbiamo provato a sentire, senza riuscirci, l’assessore ai Servizi sociali di Molfetta che invitiamo a intervenire nel caso fosse possibile accontentare le richieste di questa famiglia.