Tutti sapevano, tutti sanno, persino i Carabinieri e la Polizia Locale di Capurso, che in più occasioni l’hanno contattata per soccorrere un cane randagio in difficoltà. Teresa Porcelli, e la sua associazione Arca di Noè, sono un punto di riferimento. Anzi, per meglio dire, erano. Sì perché lei, ormai, non ce la fa più: “Mi sono letteralmente rovinata, ho venduto anche i mobili. Di più non posso fare” ci ha detto.

Lei, che dal nord si è ritrovata a Capurso per diversi motivi, ha sbattuto la faccia contro una realtà che non immaginava. Ha chiesto aiuto, si è data da fare finché ha potuto, poi a un certo punto ha dovuto dire basta: “Mi hanno chiamato anche quando ero su, a titolo amicale, io però i cani li devo microchippare, li devo vaccinare, dargli da mangiare. Sono spese”.

Già, le spese. Tutto a carico di Teresa, che nella sede, chiamiamola così, dell’associazione era di fatto abusiva. L’Arca di Noè, lì, non ci poteva stare, tanto è vero che il Comune di Capurso si è già mosso per la realizzazione di un canile municipale da un’altra parte, a maggior ragione senza coinvolgerla.

Teresa e il suo compagno si sono anche rivolti al Comune: “La struttura è bellissima, certo non è messa benissimo, ma a volerla risistemare andrebbe benissimo. C’è la corrente, è tutta murata, non entra e non esce nessuno, se non dal cancello. Abbiamo presentato un progetto, ma non ci hanno considerato, giusto la presa in giro”.