“In uno dei momenti di debolezza ho pure pensato di farla finita, ma poi mi sono reso conto che non ho alcuna colpa, non ho nulla di cui vergognarmi e per questo ho deciso di metterci la faccia”. Con queste parole Alessandro Mazzetti ci aveva accolto in casa sua, quando ancora avena un tetto sotto cui dormire insieme alla mamma malata e altri tre fratelli, compresa una sorella di 17 anni.

Ci aveva raccontato la sua storia, la disperazione di chi ogni giorno ha paura di svegliarsi con l’ufficiale giudiziario dietro la porta, senza mai perdere la dignità. Quello che sembrava un miracolo, una parente mai conosciuto che si materializza all’improvviso e compra una casa per tutti dopo l’odissea di due anni e mezzo fra burocrazia, avvisi di sfratto e un lungo periodo senza corrente e acqua calda, si è rivelato alla fine un miraggio. Dopo il clamoroso annuncio, lo zio d’America si è volatilizzato e nessuno ha saputo più niente.

Da lì, lo sfratto. Inesorabile, inevitabile. Per un peridio sono finiti a vivere in macchina, l’ultimo riparo da un mondo esterno cattivo e impietoso. Un barlume di speranza si era acceso grazie a chi, mettendosi una mano sul cuore, si era accontentato di 200 euro d’affitto.

Oggi, giorno di Halloween perché il destino ha davvero un senso dell’umorismo crudele quando vuole, le due donne e i loro animali devono tornare in macchina, Alessandro dalla compagna e suo fratello dal padre. La mamma ha problemi di salute importanti e il clima non è più quello dell’estate. Se qualcuno è nelle condizioni di dare una mano alla famiglia Mazzetti, questo è il momento. Non c’è più tempo da perdere.