La storia di Sara, Mimmo e dei loro tre filgi, caduti in disgrazia dopo che il capofamilgia ha perso il lavoro, non è passata inosservata. La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Francesca De Palma, aveva accusato l’amministrazione comunale di non fare abbastanza. La replica dell’assessore adelfiese alle politiche sociali, Biagio Cistulli, non si è fatta attendere.

Prima su Facebook, poi ai nostri microfoni, per spiegare nel dettaglio quali sono le misure che il governo cittadino sta mettendo in campo per alleviare le sofferenze ecomiche dei nucle meno abbienti del paese. I Comuni sono alle prese con bilanci risicati e necessità crescenti. Nel video le spiegazioni dell’assessore e l’annuncio della partenza dei progetti legati alla misura regionale del reddito di dignità, entro la fine del mese.

LA REPLICA DI CISTULLI – Peccato che tutto questo già avviene nel nostro Comune. I servizi sociali conoscono i casi di emergenza abitativa e garantiscono anche per più di tre mensilità, ove necessario, alla famiglia che avesse necessità. C’è una misura per la “morosità incolpevole”, cioè per chi subisce lo sfratto per cause non addebitabili alla propria volontà ad esempio per perdita improvvisa del lavoro, che non ha grandi somme a disposizione, ma potrebbe fare al caso di Mimmo e Sara. Un consigliere comunale  – dice rivolgendosi alla De Palma – dovrebbe saperlo visto che è stato pubblicizzato un bando per questo scopo.

Gli assistenti sociali sono sono alla continua ricerca di alloggi per questi casi, ma diventa sempre più difficile convincere i proprietari a concedere la casa in affitto. L’ ultimo caso risolto è stato quello di quell’anziano signore, peraltro malato, che viveva da anni senza servizi nell’ex Gil a cui è stata data una sistemazione dignitosa.

La scelta di riservare, così come spiegato in Consiglio comunale, a nuclei monogenitoriali gli immobili comunali deriva proprio dalla scarsità degli stessi. Il Comune a parte un immobile confiscato ed uno in acquisizione non ha altri immobili di sua proprietà da adibire a questa finalità, quindi non sarebbe in grado di rispondere alle richieste anche dei nuclei bigenitoriali, a cui comunque i servizi sociali danno assistenza anche in altre forme.