“Vattene al diavolo, qui vogliamo solo chi ci aiuta veramente”. Luigi è un senzatetto, sta sull’uscio della chiesa da un po’ e ci vieta di entrare con le telecamere. Vincenzo, un altro disperato come lui, vorrebbe invece che la scomparsa dell’amico Vito Abbondanza diventi un modo per accendere i riflettori sugli ultimi, gli emarginati di ogni tipo. Per tutti Vito Abbondanza era “Vitino Tavernello”. È morto la settimana scorsa in seguito ad una caduta, ma le sue condizioni di salute generali erano pessime.

Se un soccorritore del 118, uno di quelli che lo aveva trasportato tante volte al pronto soccorso, non ci avesse chiesto di verificare la notizia, probabilmente adesso in pochi avrebbero saputo della sua morte. Siamo andati nella cappella del cimitero di Bari, dove don Peppino Mastrandrea, il cappellano, ha celebrato i funerali.

In chiesa c’erano solo uno degli amici che hanno condiviso la strada con lui, un paio di rappresentanti del comitato di quartiere, le suore e i volontari della mensa di Madre Teresa di Calcutta ed i volontari della Croce Rossa Italiana che, insieme a quelli dell’associazione In.Con.Tra., la sera rifocillano i senza tetto. Vito, che anche da ubriaco non ha mai fatto male a nessuno, se n’è andato senza clamori e senza gli onori delle istituzioni. Accanto alla sua bara, però, c’erano soprattutto Giuseppe e Pasqua, con gli occhi gonfi, visibilmente addolorati.

In tutti i modi hanno provato ad aiutare il fratello, proponendogli di vivere con loro in campagna, nel paese in cui risiedono in provincia di Bari. Vito ci andava, stava un paio di giorni, ma alla fine tornava sempre in città. L’ultima volta che lo hanno visto è stato a Natale scorso, poi più niente fino alla drammatica notizia.

Una cosa Giuseppe e Pasqua chiedono attraverso i nostri microfoni: “Cancellate da YouTube i video in cui deridete e vi prendente gioco di nostro fratello”. Ci uniamo all’appello, in modo da preservare un ricordo diverso rispetto a quello che la rete ci ripropone costantemente di Vito Abbondanza. Persino prima di lasciare il camposanto un ragazzo ci ha chiesto: “Ma quello era Vitino Tavernello?”

Buon viaggio Vito e come dice tua sorella: “Adesso è in pace, perché è venuto qui a stare con sua madre, perché a lei voleva un gran bene”. Ci fa piacere apprendere che i diependenti del cimitero abbiamo deciso di fare una colletta per regalare a Vito una lapide con la sua fotografia. Questo è Vito Abbondanza, un uomo. Non era solo il senzatetto ubriaco del quartiere Libertà.