“Non è la prima volta che mi capita di trovarmi davanti a persone anziane che muoiono negli ospizi, che non hanno parenti o non sanno dove sono, prese a cuore da persone di carità e che quindi si occupano di tutte le pratiche per il funerale”. A parlare così è don Peppino Mastrandrea, il cappellano del cimitero di Bari, lo abbiamo incontrato in occasione dei funerali di Vito Abbondanza, con lui abbiamo parlato degli ultimi, persone cadute in disgrazia, emarginate dalla società

“Di solito finiscono qui – dice riferendosi al Cimitero di Bari – celebriamo il funerale, così che siano benedette almeno alla conclusione della loro presenza terrena. Anche per salvaguardare la loro dignità di cristiani, una persona non si può buttare così come se niente fosse in una tomba”.

“Lo Stato, le autorità religiose, tutti quanti dovremmo mostrare verso queste persone quella carità che ci permetta di obbedire al volere di Cristo: amatevi gli uni con gli altri. Amarsi vuol dire aiutarsi per quanto possibile”.

“Immagina se tutta la comunità cristiana praticasse questo precetto, non ci sarebbe disoccupazione. Altre comunità religiose lo fanno, noi ci siamo fatti vincere dall’egoismo. Il mio augurio è che queste persone – conclude don Pappino sempre riferendosi agli emarginati – non debbano essere afflitti fino alla fine”.