“Da quando è morto Vito non bevo più”. Vincenzo è uno dei tanti senzatetto che ogni giorno vagano per le vie di Bari. Li vediamo, anche se facciamo finta che non esistono: persone che, per motivi diversi, si sono ritrovati in mezzo a una strada, soli, a tendere una mano e sperare nel buon cuore.

Il loro sogno è una vita normale ma la cruda realtà è fatta dal sole cocente d’estate, dai morsi del freddo d’inverno e i cartoni usati per dormire ogni notte. Ma gli affetti sono uguali per tutti e quando se ne va una persona cara, con cui ha condiviso tanti anni della propria vita, è un colpo duro, durissimo.

E per Vincenzo, incontrato dopo i funerali, la scomparsa di Vito è uno di quei episodi che fa male: “Con lui ho passato gli ultimi sei anni – spiega – andavamo a mensa e in chiesa insieme, dormivamo anche insieme. Si è vero, lui beveva molto ma non dava fastidio a nessuno. Anzi, erano gli altri che gli davano fastidio. Molti lo prendevano in giro“.

“Io dormo nel Bar della stazione delle ferrovie del nord barese – racconta sempre Vincenzo – Io ho 10 fra fratelli e sorelle ma non vogliono saperne niente di me perché hanno i loro problemi. si tira avanti, finché si può. Quando non ce la faccio più mi butto sotto un treno”.

Gli aiuti non mancano, ma non è mai abbastanza: “C’è l’associazione Incontra, la Crocerossa, le suore. Il mangiare non manca ma si dorme per terra. I centri sono tutti pieni e si può stare massimo 3 mesi. A chi chiedo aiuto? solo a Dio”.