Solo poche settimane fa avevamo pubblicato la lettera di ringraziamento di un paziente operato presso il reparto di Chirurgia Toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Eccellenza nel “Bronx”. Oggi arriva quest’altra testimonianza  di affetto e gratitudine, presa dal profilo Facebook di Domenico Cirasole. A scrivere sono le figlie di un anziano paziente, curato fino in punto di morte dall’UTIC di Cardiologia dell’ospedale della Murgia. Mancata eccellenza.

Lo diciamo sempre, dd eccezione di casi specifici, ciò che contestiamo nei nostri articoli non sono i professionisti, ma un sistema che spesso non tiene conto dell’aspetto umano e tende a trattare utenti e pazienti come numeri. Sono i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario a colmare questo gap. La lettera che pubblichiamo è la testimonianza di quanto sia importante creare empatia, ma soprattutto avere le strutture adeguate.

Nonostente clamore e promesse, all’ospedale della Murgia, infatti, manca ancora l’Emodinamica. I pazienti con infarti ed altri problemi cardiologici sono costretti a viaggi della speranza vero il Miulli di Acquaviva o, peggio ancora, in una delle emodinamiche presenti a Bari o Matera. In molti casi la cosiddetta golden hour, l’ora d’oro per sperare di salvarsi nel migliore dei modi, va a farsi benedire. Le promesse non salvano la vita. I professionisti, invece, quelli sì. È a loro che dovrebbe andare il grazie di tutti noi e una maggiore considerazione da parte del sistema sanitario regionale e nazionale.

LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DELLE FIGLIE DI UN ANZIANO AL PERSONALE DELL’UTIC DI CARDIOLOGIA DELL’OSPEDALE DELLA MURGIA

Gentile dottoressa, le mie sorelle ed io desideriamo ringraziarla per quanto ha fatto per nostro padre, dall’inizio della sua storia cardiaca fino a questi ultimi giorni. Papà era certamente una persona che si faceva voler bene, ma dal suo primo ricovero, nel dicembre del 2011, abbiamo sempre avvertito la sensazione che sul nostro cammino ci siamo confrontati con medici professionisti, scupolosi, inteligenti, rispettosi ed integri. Consideriamo tutto ciò una fortuna per noi e lo è certamente stato per nostro padre.

Scriverle ci sembra un fatto così naturale, una dichiarazione spontanea quasi che a farla sia lui stesso per quanto ci teneva al rispetto e al ringraziare. Era sua abitudine, ad ogni dimissione, fare il giro per poter salutare tutti, ricordando ogni nome di medico, infermiere o personale in genere. Ci teneva davvero tanto. E lo faceva con quella sua dolcezza, che spesso ci inorgogliva da una parte e ci imbarazzava dall’altra. A ragione di questa sua voglia di non escludere nessuno, vorremmo dottoressa che estenda questi nostri ringraziamenti a tutti nel reparto.

Porga il nostro garzie alla dottoressa XXX, ai suoi colleghi medici, primario e caposala, quelli incontrati in passato come per i nuovi di cui non abbiamo ancora familiarizzato i volti: ci scuserà se non citiamo tutti per nome, ma pure li sentiamo degni del nostro rispetto. Dica un sentito grazie da parte del “nonno” XXX agli infermieri che nei loro turni si sono occupati per vocazione della sua malattia, ma anche dei suoi capricci da paziente. Per lui sono sempre stati di grande conforto e per noi figli un’ancora di tranquillità quando per ragioni diverse non potevamo esserci. Grazie per il tatto e la delicatezza di questi ultimi giorni. Siamo grati degli sforzi che avete operato nel rispetto della professione come pure di nostro padre.

Forse dal vostro punto di vista tutto rientra nella quotidianità dei ruoli, tuttavia a noi ci ha sostenuto nel momento più delicato. Con la speranza che altri, sebbene nel dramma della degenza ospedaliera, possano avere la stessa premura, assistenza che hanno segnato la nostra storia familiare. Salutiamo lei e voi tutti dell’UTIC con profonda stima, gratitudine ed affetto. Grazie.