Damiano Modugno è l’ex agente della polizia penitenziaria che due giorni fa è salito sul campanile della chiesa Stella Maris, al quartiere Palese di Bari, minacciando il suicidio. Non era la prima volta che s’incatenava, cospargeva di benzina o saliva su campanili e tralicci, tanto che ormai lo conoscono tutti e in pochi lo prendono sul serio. Siamo al quarto, forse quinto “falso alarme”.

“Non sono pazzo, ma esasperato – dice a gran voce – voglio ringraziare il sostituto procuratore Morea e il pubblico ministero Quercia per aver preso a cuore la mia storia. Vi prego aiutatemi a far emergere la verità”. Ieri la vendita all’asta della sua casa abusiva è andata deserta. Sì, abusiva, perché quella casa non è a norma. Lo hanno evidenziato la Asl e la Polizia Edilizia.

Nel 2013 l’allora direttore generale del Comune di Bari, Vito Leccese, comunicò al signor Modugno che la sua casa in realtà era un deposito. Centomila euro per un investimento risultato pessimo, praticamente un castello di sabbia. Un mutuo interrotto a metà proprio per l’evolversi della situazione burocratica e poi un accordo di rientro che la banca ha accettato, ma non rispettato. La casa è ancora all’asta.

Un terreno, un deposito, una casa, cos’è quel tugurio più basso di quanto dovrebbe essere per legge? È stata davvero costrutita da chi gliel’ha venduta nel 1967, oppure è dei primi del ‘900? Su quell’immobile sono state dette e scritte così tante cose, che ormai neppure l’Ufficio tecnico comunale riesce a venirne a capo. Il fascicolo del signor Modugno non si trova, tanto che non è stato possibile avere gli atti, neppure con una regolare richiesta di accesso.

La casa è all’asta come villino, ma in realtà i documenti dicono che è un deposito. Non si riesce a comprendere come sia stato possibile concedere l’abitabilità e come non sia stata ancora abbattuta. Intanto gli anni passano e la vita di Damiano Modugno, la sua compagna e i cinque figli, va sempre più a rotoli, costretti ad attirare l’attenzione della istituzioni con gesti ecclatanti.

E se proprio non si riesce a dipanare la matassa, il proprietario della casa fantasma chiede la restituzione di quanto versato fino a questo momento. Non un euro di più. “Sono stato truffato, ci sono le prove – dice – cos’altro devo fare per essere ascoltato?”. Non crediamo ci sia molto altro da fare se non andare fino in fondo a questa faccenda, per dire una volta per tutte da che parte sta la verità. Alla fine l’invito al sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Venga da me, veda le carte, la prego – implora Damiano Modugno – si renderà conto della mia situazione. Sarei l’uomo più felice del mondo”.