Non facciamo nomi perché il senso di questo articolo non è quello di sputtanare l’impiegato o il paese dell’ambulatorio della Asl di Bari in cui si è avverata per l’ennesima volta la teoria del posto fisso all’italiana portata al cinema da Checco Zalone. Certo, ognuno di noi, al comportamento niente affatto zelante dell’impiegato pubblico, al limite dell’arroganza, reagisce come gli passa nel cervello in quel momento.

Quando usciamo dal cinema, però, le risate davanti ai comportamenti dell’impiegato svogliato, fanno posto a lacrime e rabbia. La vita vera è un’altra cosa. Una donna all’ottavo mese di gravidanza, per di più a rischio, è costretta ad andare da sola al poliambulatorio della Asl barese per sbrigare una prassi. Roba di poco, ma che dico poco, di pochissimo conto: l’esenzione del ticket in considerazione del suo stato di salute. Il giorno è quello giusto. Si riceve dalle 8.30 alle 13.00. Sono le 10.00.

Il benvenuto nella struttura è il silenzio assoluto. Sì, perché l’impiegato è sparito. Semplicemente non c’è nessuno a quella maledetta scrivania, dietro la quale vorrebbero stare migliaia di baresi, anche tante delle centinaia di giovani laureati a spasso. Il posto fisso resta il posto fisso. Lui, invece, l’impiegato “che me ne fotte a me”, ha pensato bene di prendersi una pausa. La signora bussa a una porta e chiede spiegazioni su quell’assenza. La risposta? Spallucce. Per la serie: “Quello teniamo signora”. Quello teniamo? Quello dovrebbe essere mandato a spaccarsi la schiena in campagna, oppure ficcato a forza nei panni di quanti si arrangiano con le proprie forze per riuscire a mangiare tutti i giorni.

Materializzatosi, con calma e il sangue freddo tipico degli invertebrati, ascolta la signora ma la invita ad andare fuori dal Poliambulatorio per fare la necessaria fotocopia del documento di identità da allegare all’incartamento. Nessuno sconto, del resto fuori c’è pure il cartello a salvaguardia del suo durissimo lavoro: le fotocipie bisogna portarsele da casa. Il problema è serio, manca il messo, uno che viene pagato a parte per fare le fotocopie. La signora, visibilmente provata, viene indirizzata dal medico che avrebbe dovuto convalidare la certificazione.

L’uomo, gentilmente e senza neppure batter ciglio, chiede alla signora il documento da fotocopiare e si dirige verso la macchina, che evidentemente nella struttura esiste ed è persino funzionante. Fortunatamente esistono due tipi di dipendenti pubblici, quelli zelanti che rispanno le regole per evitare di sovraccaricarsi di gravosissime incombenze e quelli, al contrario, che in casi eccezionali come quello che vi abbiamo raccontato, chiudono un occhio e aprono testa e cuore. Chissà, nel caso la signora fosse stata accompagnata da qualcuno con una reazione diversa, se l’impiegato si sarebbe comunque rifiutato da fare quella stramaledettissima fotocopia.