Non erano piccioni, ma passerotti, quasi come se la cosa fosse meno grave. Ciò che più sconcerta, non sapendo inizialmente a chi appartenessero il sangue e gli escrementi trovati all’apertura della scuola, è che alcune maestre non abbiano ritenuto opportuno informare i genitori sulla presenza delle tracce in alcune aule e nei corridoi. Tracce che, quando sono arrivato alle 10 a scuola, lo stesso personale ata e le insegnanti hanno definito di piccione. Così è stato detto alle mamme. Per fortuna esistono una registrazione illuminante e una decina di messaggi di mamme e rappresentanti di istituto.

Se una mamma (mia moglie) non avesse fotografato il sangue su un foglio da disegno nella classe di nostro figlio, strappandolo dalle mani dell’insegnante, adesso si sarebbe potuto parlare persino di un’invenzione. Roba da pazzi. Una pagina tristissima di un certo modo di affrontare i problemi. Non avvisare i genitori – perché alcune maestre non l’hanno fatto e sono pronto a provarlo in qualunque sede, anche se minacce – equivale a prendere a calci un bambino, perché lo si espone a rischi eccessivi. Le analisi sulle feci sono arrivate solo ieri, quindi come si faceva a sapere che una pulizia sommaria sarebbe servita a sanificare gli ambienti dove i mabini mettono le mani a terra e poi in bocca? Ho utilizzato una metafora (figura retorica della lingua italiana) ed evidentemente è stata azzeccata, se qualcuna delle insegnanti pensa persino di abbandonare la scuola. Qualora succedesse, non mi sentirei minimamente colpevole.

I gruppi whatsap delle varie classi sono pieni di messaggi di genitori preoccuapti, perché non erano stati messi a conoscenza dalla scuola e avvertimenti dei rappresentanti (che pure ho archiviato). Se davvero i genitori erano stati informati, come dicono le maestre in una lettera, perché persino il rappresentante d’istituto arrivato a scuola come me intorno alle 10 non sapeva nulla? Perché è stato detto ai rappresentanti di classe di chiedere ai genitori se volessero o meno andare a prendere i propri figli da scuola? Perché, accortisi di quanto successo, il pulmino che prende i bambini non accompagnati non è stato fermato?

Come detto, del resto, a prima mattina non si sapeva quale tipologia di uccello avesse lasciato quel sangue e quegli escrementi. Quando sono arrivato a scuola per prostestare, alla presenza di diversi testimoni, la coordinatrice continuava a dirmi di farle provvedere alla richiesta di chiusura dell’istituto (come da registrazione). Su questa storia sono state dette un sacco di menzogne, non so se per coprire la gestione dell’emergenza o solo per salvaguardare il buon nome della scuola.

In considerazione di quanto artatamente raccontato e delle minacce fatte da alcune mastre su alcuni social network e sulle loro pagine Facebook (anche in questo caso ben immortalate), stiamo valutanto la possiblità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, affinché accerti quanto successo. Più in generale a questo punto spero si possa davvero approfondire la vicenda davanti alle autorità competenti.

Mi rivolgo a voi, maestre che avete visto quanto successo, che avete detto ai genitori dei vostri bambini di portarli a casa, che avete parlato di situazione disastrosa, che siete state costrette a tacere, parlate, dite la verità. Ve lo chiede uno abituato ad andare controcorrente. Fatelo per il senso più profondo del vostro mestiere, per il bene che volete ai bambini, per amore della verità. In caso contrario questa storia non avrà lasciato alcun insegnamento.