Il 20 luglio scorso abbiamo pubblicato l’appello della nostra amica e collega Fortunata Dell’Orzo. Fortunata, giornalista professionista barese, dal suo letto d’ospedale aveva chiesto una mano, un piccolo gesto di solidarietà, a causa delle sue precarie condizioni economiche e di salute. Quella mano si è tesa ogni oltre immaginazione. Sono arrivati messaggi e email da ogni parte d’Italia. Parole di conforto, visite nella stanza del Policlinico dove si trova ancora ricoverata, ma soprattutto gesti concreti, che hanno consentito di raccogliere finora 32mila euro. Sì, 32mila euro.

“Vorrei abbracciare uno per uno chiunque abbia deciso di ascoltare il mio appello – dice commossa Fortunata – e non mi riferisco solo a quanti hanno donato piccole o grandi cifre. In tanti sono venuti al mio capezzale, non mi hanno fatto sentire sola in tanti modi. Un motivo in più per continuare a lottare”. In queste ore Fortunata Dell’Orzo potrà rimettersi seduta. I medici sono fiduciosi. La fase critica, quella dell’essere appesa tra la vita e la morte, sembra superata. Adesso inizierà un’altra fase del recupero, dopo i due lunghi interventi chirurgici ai quali è stata sottoposta nelle scorse settimane.

La fisioterapia e poi la chemio, perché il male è sempre lì, in agguato, pronto a far sentire tutta la sua forza. “La solidarietà porta altra solidarietà – spiega la giornalista -. Voglio donare duemila dei 32mila euro raccolti a qualcuno che si impegna nel seguire chi è nelle mie stesse condizioni. Provvederò a scegliere a chi darli e ve ne darò conto, così come provvederò a donare altri soldi nel caso in cui quelli raccolti finora fossero eccessivi per soddisfare le mie esigenze di salute. I soldi non fanno la felicità, ma in questi casi possono essere determinanti, non solo per me”.

Sull’appello della collega si è aperta anche un’aspra polemica, soprattutto in considerazione del fatto che la maggior parte delle spese per le cure sono a carico della Casagit, la cassa di previdenza dei giornalisti. Ci sono spese e necessità a cui diversamente non si sarebbe potuto far fronte. “Ho convogliato tutte le mie forze in questa lotta per la vita – replica la giornalista -. Non voglio alimentare ulteriormente una polemica che non fa bene a nessuno. Posso solo dire grazie, dal profondo del mio cuore, con la consapevolezza di aver agito spinta dal reale bisogno. Il professore che mi segue adesso è più ottimista e questo mi dà una grande spinta. Lasciatemi fare un ringraziamento speciale a mia sorella Fosca e all’amico fraterno Elio Di Summa, che stanno sacrificato il proprio tempo e le proprie famiglie per starmi accanto nel momento più difficile della mia vita. Non so cosa avrei fatto senza l’aiuto di ciascuno di voi. Oggi, più che mai, sono certa che il mondo non è condannato a morte”.