– “Ma non è che qui fanno le multe? C’è il divieto di sosta”.
– “Tranquillo maestro, ci siamo noi. A quest’ora non passa nessuno.
    Non c’è nemmeno una multa”.

Chissà quante volte ci avete pensato due, anche tre volte, prima di lasciare l’auto in divieto di sosta dopo le rassicurazioni del parcheggiatore abusivo di turno. Magari lo avete fatto dopo l’immancabile litigata con moglie o fidanzata, che al momento della verità tira fuori il solito: “Te lo avevo detto”.

Vecchie e nuove leve di abusivi si alternano nei parcheggi della movida, negli ospedali, davanti a spiazzi e zone dove ci sia assembramento di persone. Succede anche al quartiere Madonnella di Bari, tra piazza Diaz e largo Giannella. Un punto trafficato delle sere estive sul lungomare. Uno degli abusivi storici della zona si chiama Raffaele, ha 57 anni, due figli diplomati in cerca di lavoro. Occupazione che lui non ha mai avuro, nell’accezione di un lavoro stabile, con uno stipendio fisso.

Ciò che Raffaele a suo dire soprattutto non ha sono i precedenti penali. Lo dice con orgoglio. Tanto basta per poter dare lezione di bon ton della sosta selvaggia a chi, al contrario suo, pur di convincere gli automobilisti a sganciare la mancia, li rassicura in modi poco ortodossi. Su largo Giannella, per esempio, da qualche tempo c’è un altro abusivo, un cittadino straniero. Non è molesto, almeno finora non sono arrivare segnalazioni in tal senso, neppure alla Polizia Locale che un paio di volte lo ha fermato, sequestrandogli il “caffè”.

Ciò che fa il parcheggiatore, però, infastidisce non poco anche chi anche da abusivo si è costruito una reputazione. L’uomo rassicura tutti quelli preoccupati dal passaggio degli agenti della Municipale con un secco: “Ci siamo noi, multe non ne fanno”. Peccato, però, che gli agenti passano, eccome se passano, elevano le contravvenzioni per il divieto di sosta, ma lui poi le toglie, le accartoccia e le butta via, non di rado in mare.

“Io sono davvero nella merda – spiega Raffaele – ma certe cose non si fanno. Le ho provate tutte pur di lavorare, ma a noi non pensa nessuno. Gente come me Cristo non l’aiuta. E allora cerchiamo di campare con i 10, 12 euro al giorno che riusciamo a mettere insieme facendo il pacheggiatore abusivo”.