Trecento migranti del Cara di Bari, il Centro di accoglienza per richiedenti asilo, si sono fatti avanti senza tentennamenti: “Vogliamo donare il nostro sangue ai fratelli che viaggiavano sui due treni”. Niente se, niente ma. Solo un gesto di grande solidarietà, che va ben oltre il colore della pelle, la religione, le incomprensioni.
Un gesto che ci sembra doveroso sottolineare, con la speranza possa essere un segnale forte a chi ancora dà un senso diverso alla vita delle persone a seconda del luogo di provenienza. I primi a rispondere “presente” sono stati Amboise, del Camerun; Ali, del Pakistan; Hassan e Hacred, dell’Irak; Halem, dell’Eritrea e il nigeriano Cale.
Il direttore del Centro gestito dalla cooperativa Auxilium, Michele Di Lorenzo, è stato ben lieto di accogliere la richiesta di così tanti migranti. È proprio il caso di dirlo, l’unione fa la forza. Gli ospiti el Cara si sono uniti ai dipendenti della cooperativa, che nel frattempo si stavano organizzando, è insieme sono andati al Centro Trasfusionale del Policlinico di Bari. Il resto è storia, un’onda di uomini e donne disposti a code infinite per dare il proprio contributo, perché il sangue è rosso per tutti.