Bari, 11.30 di un caldo e assolato sabato mattina pre-estivo, via Pende all’angolo con corso Alcide De Gasperi. Mano nella mano, accompagnato da un adulto, forse il padre o chissà, un bambino di circa cinque o sei anni si avvicina al finestrino dell’auto. Chiede soldi, qualche spicciolo, una scena vista spesso e (mal)volentieri.

Apparentemente è un rom, o almeno così sembra a uno sguardo superficiale. L’espressione è quella caratteristica per muovere a compassione, fatta milioni di volte, forse provata e riprovata per perfezionarla, forse la sua famiglia ha veramente bisogno di aiuto, non sappiamo. Si avvicina al posto di guida, si poggia al vetro e spera che da una mano caritatevole cada qualche moneta che lui, diligente, porge immediatamente all’adulto che lo accompagna. E via così, da una macchina all’altra, finché il semaforo diventa verde. A quel punto guadagna velocemente il marciapiede, in attesa che il traffico torni a fermarsi e lui possa di nuovo attuare la sua “messa in scena” per portarsi a casa la giornata.

Quanto sono fastidiosi questi accattoni, vero? Ma non possono andare a lavorare come tutti? Che noi mica li troviamo a terra i soldi! Però…

Però lui, il piccolo, non è certo in età da lavoro. Lui dovrebbe andare a scuola come tutti i suoi coetanei, e quando la scuola non c’è dovrebbe giocare con gli amichetti, perdersi dietro alle sue fantasie, sognare a occhi aperti cosa fare da grande. Allora cosa ci fa all’angolo di una strada a chiedere l’elemosina?

Non lo sappiamo, però sappiamo che così facendo non sta certo percorrendo il suo cammino per diventare adulto, che forse adulto a modo suo lo è già, anche se non dovrebbe. Ecco perché giriamo la segnalazione all’assessore al Welfare Francesca Bottalico. Come già fece per Claudio, lei che può, cerchi di capire perché, questo piccolo uomo chiede l’elemosina a un angolo di strada e se possibile, lo faccia tornare bambino.