Il centro diurno socio-educativo e riabilitativo per disabili “La casa del sorriso” di Cassano Murge è a rischio chiusura. La struttura inaugurata lo scorso settembre, per altro fortemente voluta dall’amministrazione comunale, seppure in possesso di autorizzazione definitiva all’esercizio e iscrizione all’albo regionale dei centri diurni, non ha ottenuto l’accordo contrattuale con la Asl di Bari.

L’accordo contrattuale, di fatto una convezione, è stata richiesto dalla Cooperativa Sociale VIDECA, ente gestore del centro diurno, immediatamente dopo l’apertura. Nessuna risposta. A gennaio la Asl pubblica sul proprio sito un nuovo bando di gara che tuttavia rimane bloccato nei meandri della burocrazia. Succede così che tutti i centri della provincia di Bari con i contratti scaduti al 30 dicembre 2015 hanno avuto proroghe fino al 30 giugno 2016 con possibilità di un’ulteriore rimando ma le nuove strutture sono state costrette a rimanere al palo.

“Al momento, purtroppo, la situazione è divenuta insostenibile – spiega l’amministratore della VIDECA Coop.Sociale Onlus, dott.ssa Caterina Dellino -. Da oltre nove mesi 25 ragazzi diversamente abili frequentano il centro diurno in maniera totalmente gratuita. I distretti socio sanitari dell’Asl hanno impiegato, a fronte dei 21 giorni previsti dai regolamenti regionali, quasi 8 mesi per riunire le UVM e rilasciare le autorizzazioni alla frequenza degli utenti”.

“Abbiamo presentato alla Asl Bari la richiesta di accordo contrattuale a settembre ma nonostante i numerosi solleciti e nonostante i contratti di tutti i centri della provincia risultino scaduti, non abbiamo mai avuto alcun riscontro – continua -. Lo stesso contratto sottoscritto con l’Ambito per la fruizione dei buoni di servizio di conciliazione erogati dalla regione Puglia è insufficiente a soddisfare le richieste per carenza di risorse finanziare disponibili. Pertanto, in assenza di quota sanitaria, quota sociale e compartecipazione alla spesa delle famiglie, è veramente difficile garantire la continuità del servizio sia nei confronti dei soggetti diversamente abili che nei confronti del personale in servizio”. Se nulla si muove, dunque, il centro sarà costretto a chiudere.