Il consigliere comunale Michele Caradonna.

Apprendiamo dell’adeguamento dell’INPS dei programmi e delle procedure per adempiere alle nuove prescrizioni, in seguito alla sentenza dello scorso 29 febbraio con cui il Consiglio di Stato ha bocciato il sistema di calcolo che include le pensioni di invalidità tra i redditi, ritenendo illegittima l’inclusione del reddito rilevante ai fini ISEE relativo all’invalidità civile ed alle prestazioni assistenziali e risarcitorie alle quali gli invalidi civili possono accedere“.

A parlare è Michele Caradonna, presidente ANMIC Bari, che aggiunge preoccupato: “Oggi veniamo a conoscenza di una nuova strada per correggere la DSU (dichiarazione sostitutiva unica) che da accesso alla formulazione dell’ISEE calcolato secondo le regole che invece a fine febbraio il Consiglio di Stato ha dichiarato illecite. Ossia con una procedura di contestazione con la quale si possono inserire pari a zero le indennità (la sentenza del Consiglio di Stato aveva infatti stabilito che non sono da considerare nell’Indicatore della Situazione reddituale le provvidenze ed i benefici economici erogati dallo Stato per “compensare” la condizione di disabilità) e chiedere l’applicazione delle franchigie massime nel caso di adulti maggiorenni (per i minorenni erano previste dal nuovo ISEE franchigie più alte). Il punto è che il calcolo corretto non avviene in automatico. La premessa necessaria è la contestazione. Quindi è importantissimo che la notizia di questa opportunità arrivi a tutte famiglie nel barese, sul territorio sono 25mila gli invalidi civili. Fino a qualche giorno fa sul sito dell’Inps c’era solo la possibilità di rettifica, ora c’è la contestazione. Chi ha presentato l’ISEE online può contestarlo online, chi l’ha fatto tramite Caf deve farlo tramite Caf”.

“Inoltre – spiega Caradonna – l’unica maniera per non vedersi conteggiata l’indennità di accompagnamento, è quello di provvedere personalmente (direttamente o tramite CAF) ad accedere alla rettifica, attraverso la procedura di contestazione. Un meccanismo questo che comporta il rischio di vedere ulteriormente penalizzati coloro che con mille peripezie e difficoltà riescono a ottenere qualche minimo e vitale sostegno. L’ANMIC sta valutando qualsiasi conseguenza anche di tipo risarcitorio o indennitario, per coloro che sono stati esclusi dall’accesso alle prestazioni ed ai servizi a causa della precedente formulazione dell’ISEE o perchè non hanno fatto domanda in quanto allo stato delle cose non avrebbero ottenuto la prestazione o il servizio”.