L’assessorato al Welfare rende noto che è in pubblicazione, a questo link, l’appalto per l’affidamento della gestione del centro polifunzionale “Casa delle culture”, realizzato in via Barisano da Trani, nel quartiere San Paolo, nell’immobile che un tempo ospitava la scuola media “Azzarita”, ristrutturato con i fondi provenienti dal programma PON FESR – Sicurezza per lo sviluppo-obiettivo convergenza 2007/2013. Si tratta di un servizio innovativo, rivolto a italiani e migranti presenti sul territorio cittadino, di durata biennale, che prevede l’accoglienza temporanea residenziale per 32 persone, uno sportello per l’integrazione socio-sanitaria e culturale, un centro di promozione, confronto ed educazione interculturale, spazi di orientamento lavorativo.

Il servizio è rivolto ai migranti seguiti dai servizi sociali dell’ufficio Immigrazione del Comune di Bari che necessitano di completare un percorso di inclusione sociale, di formazione scolastica/professionale e di avviamento al lavoro o che hanno già un’attività lavorativa, anche occasionale. Il periodo di permanenza per i migranti non potrà superare 90 giorni, eventualmente prorogabili per particolari esigenze. I beneficiari, ai quali saranno garantite prestazioni quali mediazione interculturale, consulenze socio-sanitarie, lavorative e legali e orientamento alla rete dei servizi territoriali, potranno usufruire dei servizi del centro e partecipare a tutte le attività organizzate al suo interno secondo un progetto individuale costruito con gli operatori.

“La Casa delle culture – commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico – rappresenta per noi un passo determinante verso la realizzazione di un polo che favorisca da un lato l’inclusione dei migranti attraverso politiche attive mirate a facilitare l’acquisizione di informazioni, la realizzazione di percorsi pre-professionalizzanti e l’avvio di progetti di auto-imprenditorialità, dall’altro esperienze di seconda accoglienza prevedendo anche forme di gestione condivisa degli spazi e dei servizi. Mi auguro che il centro in futuro possa rappresentare un contenitore che promuova ricerca e occasioni di scambio interculturale attraverso la valorizzazione delle competenze delle comunità migranti nonché dei cittadini italiani. Questa struttura e i servizi che saranno offerti hanno tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento per la regione e per l’intero Mezzogiorno in termini di contaminazione culturale per i migranti e le seconde generazioni”.

“Sul fronte dell’accoglienza c’è ancora tanto da fare a livello comunitario, nazionale, regionale e locale – continua Bottalico -, ma i Comuni, in questo ambito, non possono essere lasciati soli e senza le necessarie risorse economiche e strutturali. Di fronte a intere comunità di migranti, così come a situazioni di emergenza abitativa crescente anche tra gli italiani, diventa fondamentale creare servizi e destinare strutture e spazi che possano rispondere ai bisogni reali delle fasce deboli della popolazione. Per questo continuerò a chiedere un supporto alla Città metropolitana, ai Comuni piccoli e grandi, alla Prefettura e alla Regione per la ricerca di strutture in disuso o abbandonate in cui possano essere avviati processi di autogestione e autocostruzione”.

Gli obiettivi che si intende perseguire con l’avvio della Casa delle culture consistono nell’accoglienza temporanea dei migranti che necessitano di sostegno per l’inserimento lavorativo e la riqualificazione professionale, nell’offerta di percorsi di inclusione lavorativa, nel monitoraggio delle necessità e di eventuali criticità, nell’informazione e nell’accompagnamento all’accesso e alla fruizione della rete dei servizi sociali, socio-sanitari, dell’istruzione e delle risorse socio-culturali del territorio, nell’attivazione di interventi di mediazione linguistica e culturale, nello sviluppo di strategie di lavoro in rete tra soggetti istituzionali e non, servizi, scuole e centri, nella costituzione di un osservatorio stabile sul fenomeno migratorio cittadino e sui processi di inclusione e nella promozione di percorsi socio-culturali finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’immigrazione, dei diritti umani, dell’educazione alla pace e del confronto interreligioso, anche attraverso la creazione di spazi stabili di confronto.

L’avviso, inoltre, richiede l’attivazione di uno sportello per l’integrazione socio-sanitaria e culturale dedicato alle persone particolarmente vulnerabili (con disagio psico-fisico, donne con figli minori, vittime di tratta, richiedenti e titolari di protezione internazionale), e di un’area laboratoriale con l’avvio di laboratori pre-professionalizzanti e di orientamento lavorativo.

Sono ammessi a partecipare alla gara soggetti privati senza finalità di lucro o soggetti del Terzo Settore e realtà con finalità di lucro che operano nell’ambito dei servizi alla persona: le imprese sociali, gli organismi della cooperazione, le cooperative sociali, le comunità di migranti, le associazioni e gli enti di promozione sociale, le fondazioni, gli enti di patronato e le organizzazioni di volontariato.

L’importo della gara per lo svolgimento del servizio ammonta complessivamente a 757.377,05 euro. Il termine ultimo per la ricezione delle offerte è fissato alle ore 12.00 del 29 marzo 2016.

La “Casa delle culture” si svilupperà su tre livelli, per una superficie complessiva di 2.560 mq. Il primo e il secondo piano saranno adibiti a zona di accoglienza residenziale per i migranti.

Il piano terra, completo di locali per la cucina e la mensa, è costituito da due locali completamente arredati da adibire a segreteria dello sportello per l’integrazione socio-sanitaria e culturale e segreteria. Sempre al piano terra sono stati allestiti spazi per eventi teatrali/culturali con 106 posti a sedere, una sala conferenze dotata di 96 posti a sedere e una sala adibita a laboratorio informatico/aula di formazione dotata di 35 postazioni informatiche. Il centro è dotato di un sistema attivo di videosorveglianza di tutti gli accessi e delle zone comuni interne.

La “Casa delle culture” dovrà essere aperta al pubblico nelle seguenti modalità:

– dal lunedì al venerdì per le attività di sportello, garantendo almeno due aperture pomeridiane e per non meno di 30 ore settimanali;

– dal lunedì alla domenica per le attività di promozione e confronto interculturale, da svolgersi sia in luoghi decentrati sia presso il centro polifunzionale e in forma autogestita.