Riceviamo e pubblichiamo una nota delle Associazioni di Modugno che protestano contro l’Amministrazione Comunale per la dislocazione dell’Istituto del Nastro Azzurro.

«È l’esortazione che rivolgiamo all’attuale amministrazione comunale, sottolineando che le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città. Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo “sfrattare” ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.

Al Commissario Ruffo – che certamente condivide le nostre considerazioni – vogliamo ricordare che lo spostamento dell’area museale dell’Istituto Nastro Azzurro è nata dalla necessità individuata dall’Amministrazione Magrone di tagliare le spese inutili fatte sinora, per troppi anni, per gli uffici comunali: utilizzando in modo razionale gli spazi di proprietà del Comune, si risparmiano spese per affittare da privati locali tra l’altro disagevoli per dipendenti e cittadini. La razionalizzazione delle proprietà comunali è sembrata all’amministrazione Magrone soddisfare tutte le necessità, con equità, senza che vi fosse SACRIFICIO PER NESSUNO, tantomeno per l’Istituto Nastro Azzurro: la nuova dislocazione, anzi, è stata pensata per fare acquisire all’Istituto locali consoni e un’area anche adeguata per attività esterne in occasione di cerimonie, come per esempio l’alzabandiera.

Insistere nel mandare per strada oggi l’Istituto davvero non è tollerabile. Basta poco perché la Pubblica amministrazione si mostri all’altezza del suo compito. In questo caso basta rispettare i termini e le scadenze che erano stati previsti con la delibera di riorganizzazione degli uffici approvata dall’amministrazione Magrone. Con lo spostamento dei servizi sociali nella più sicura e confortevole dislocazione, con l’Ufficio di piano, negli ex alloggi dei carabinieri (accanto a servizio legale, servizio finanziario, servizio tributi), si libera un’ala della palazzina ex Omni che, risistemata, ospiterà agevolmente l’Istituto del Nastro Azzurro e il gruppo Unitalsi, oggi costretto – con i suoi ‘super/abili’ – ad operare in un bugigattolo davvero indefinibile. D’altro canto, liberare i locali dove oggi ha sede l’Ufficio di piano significa liberare spazi eventuali per altri gruppi portatori di istanze sociali.

Noi eravamo e siamo per quel progetto di riorganizzazione che non penalizzava nessuno, anzi: il contrario. Chiediamo dunque al Commissario Ruffo che l’area museale dell’Istituto Nastro azzurro cambi sede solo DOPO lo spostamento dei servizi sociali e la sistemazione dell’ala sinistra dell’ex Omni. O – ancora meglio – che si attenda per il cambiamento di sede la nuova amministrazione, dal momento che oggi il Comune “applica” indirizzi altrui e ne fa, in sostanza, quello che vuole».

Il comunicato è firmato da Italia Giusta Secondo La Costituzione – Legalità è Libertà Modugno Democratica – L’altra Modugno