Delusione, amarezza, sconforto. Sono questi i sentimenti che animano i membri del Comitato No Slot di San Cataldo in queste ore. Nell’arco di una giornata, infatti, hanno ricevuto due brutte notizie: il rinvio dell’approvazione in Consiglio Regionale della Legge per contrastare il gioco d’azzardo patologico e l’apertura della sala slot nei pressi dell’Istituto Marconi da cui tutto è partito.

Tutto questo, per fortuna, non ha scoraggiato gli animi però, chi si aspettava una resta dei genitori nel quartiere rimarrà deluso. Per continuare la loro battaglia a tutela dei minori e dei più indifesi hanno deciso di riprendere con la raccolta firme, annunciandolo in un comunicato che pubblichiamo qui sotto:

Il Dirigente Scolastico della scuola primaria e secondaria Marconi, Prof. Giuseppe Capozza, il Coordinamento dei genitori “No slot – contro il gioco d’azzardo”, la Fondazione Antiusura “Santi Nicola e SS. Medici”, apprendono con profonda delusione della mancata approvazione, ieri, nel Consiglio regionale, della Proposta di Legge di regolamentazione del gioco d’azzardo patologico ricordando che lo stesso Disegno di legge è stato licenziato all’unanimità dalla III Commissione regionale “Servizi Sociali” lo scorso 28 Ottobre e dalla Commissione Bilancio nella scorsa settimana.

In particolare, il Comitato dei genitori della scuola Marconi, promotori della raccolta firme contro l’apertura di nuove sale nel quartiere San Cataldo-Marconi, comunicano la ripresa della raccolta firme su tutto il territorio cittadino con l’intento di continuare a sensibilizzare i Governi locali sulla urgenza di un provvedimento serio, (chiaro e giuridicamente inattaccabile) che impedisca nuove aperture a meno di 500 metri dai punti sensibili (scuole, parrocchie, ospedali, centri di aggregazione giovanile). Ora, la Proposta di Legge tornerà nuovamente in Aula tra 15 giorni e il forte auspicio è che questo momentaneo arresto serva a ognuno dei consiglieri per riflettere sulle devastanti conseguenze sociali ed economiche dell’azzardo in modo tale da approvarla integralmente all’unanimità.

Dato che 1281 firme non sono bastate, vedremo quante ne serviranno affinché la Regione, il Sindaco, il Prefetto e il Questore diano un segnale forte alle perplessità di migliaia di famiglie pugliesi.