All’ospedale Dimiccoli di Barletta si pratica l’immunoterapia per il trattamento dei tumori, una cura altamente innovativa che conferma quanto l’unità Operativa Complessa di Oncologia del nosocomio barlettano, diretta dal dottor Gennaro Gadaleta-Caldarola, sia all’avanguardia nel trattamento del cancro. Nel 2022 sono state erogate quasi 4mila prestazioni ambulatoriali, oltre 5mila accessi di day service e 500 ricoveri ospedalieri. “L’immunoterapia consiste nel potenziare l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali attraverso la rimozione di un freno che blocca tale azione – ha evidenziato Gadaleta -. Infatti, l’unione tra il recettore PD-1 (Programmed death-1 o morte cellulare programmata-1) presente sul linfocita T (cellula del sistema immunitario) ed il ligando PD-L1 (Ligando del recettore della morte cellulare programmata-1) presente sulla cellula tumorale, blocca l’azione di attacco del Linfocita T sul tumore. I cosiddetti Immune checkpoint inhibitors (Inibitori dei punti di controllo del sistema immunitario) sono farmaci anti-PD-1 (Nivolumab, Pembrolizumab, Cemiplimap) ed anti-PD-L1 (Atezolizumab, Durvalumab ed Avelumab) che impediscono il suddetto legame e consentono al sistema immunitario di svolgere la propria azione di difesa. L’obiettivo è quello di risvegliare il sistema immunitario più che agire direttamente sul tumore“.
Il medico ha spiegato come le prime indicazioni abbiano riguardato una serie di neoplasie in fase avanzata quali melanoma, carcinoma polmonare, carcinoma renale, carcinoma del distretto testa-collo; nel corso degli anni numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia anche nelle fasi precoci di alcune neoplasie sia prima che dopo l’intervento chirurgico.
Alcune forme di carcinoma mammario, soprattutto, traggono beneficio dalla chemioterapia neoadiuvante ovvero quella somministrata prima dell’intervento per rendere operabile la neoplasia oppure per rendere possibile una chirurgia conservativa. Un recente studio ha dimostrato, infatti, che l’aggiunta dell’immunoterapia (con il farmaco Pembrolizumab) alla tradizionale chemioterapia neoadiuvante nelle pazienti triple-negative è in grado di migliorare la percentuale di risposte patologiche complete.
“Non essendo ancora stata autorizzata dall’AIFA l’immissione in commercio di questo farmaco, sulla base di questi interessanti dati – ha continuato il responsabile della UOC di Oncologia del Dimiccoli – abbiamo trattato con successo parecchie pazienti nell’ambito dell’EAP (Programma di accesso allargato), detto anche uso compassionevole, che consiste nella fornitura gratuita del farmaco da parte dell’azienda farmaceutica prima dell’immissione in commercio ed al di fuori di studi clinici. In un caso specifico di paziente con carcinoma mammario triple-negative c’è stata anche una risposta patologica completa con la totale scomparsa del tumore”.
“Così facendo – ha concluso Gadaleta – oltre ad assicurare ai pazienti i più efficaci ed innovativi trattamenti oggi disponibili, stiamo anche attuando un importante esempio di sostenibilità e risparmio della spesa farmaceutica vista la fornitura gratuita del farmaco. Risulta fondamentale anche la suddivisione delle competenze tra i dirigenti medici che ci consente di rendere elevato il livello di qualità assistenziale”.