Un ulteriore passo in avanti per la Regione Puglia, all’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “S. de Bellis” di Castellana Grotte, 10 posti letto dedicati agli interventi di chirurgia bariatrica per combattere l’obesità. Stamane l’annuncio nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla quale hanno partecipato l’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese, il direttore generale dell’istituto ospedaliero, Tommaso Stallone, il presidente del Civ dell’Irccs, Enzo Delvecchio, e il chirurgo Cristiano Giardiello, che rappresenta una delle professionalità di maggior rilievo in Italia in questo campo e coordina un team multispecialistico.

Le parole di Emiliano

“I pugliesi che hanno bisogno di interventi di chirurgia bariatrica, per la riduzione gastrica, per perdere peso e poter superare situazioni gravi di obesità – ha dichiarato il governatore pugliese -, da oggi potranno operarsi all’ICRSS “de Bellis”. Il sistema parte adesso – ha proseguito Emiliano -, e le prenotazioni sono tante, basti pensare che ogni anno mandiamo 1500 persone fuori regione per interventi di questo tipo”.

Il percorso per curare l’obesità

Al “de Bellis” non viene eseguito solo l’atto chirurgico, come in un ospedale fuori regione, ma c’è la preparazione, l’intervento e poi si viene seguiti praticamente a vita perché è giusto che si controlli sistematicamente quello che accade dopo. La scelta regionale è strategica per evitare tante difficoltà alle persone affette da obesità con un protocollo importante dal punto di vista scientifico, perché c’è un trattamento prima, durante e dopo l’intervento chirurgico. E anche la possibilità di integrare il percorso con un centro per i disturbi alimentari e nutrizionali molto qualificato.

L’obiettivo pugliese

Finora al “de Bellis” sono già stati eseguiti 26 interventi e si prevede di arrivare a 50 entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di diventare nel 2023 centro di eccellenza della società italiana di chirurgia dell’obesità (SICOB) con 300 interventi l’anno, iniziando così ad invertire il flusso di pazienti verso le strutture private e del nord riducendo i costi della mobilità passiva: sono circa 3mila i pugliesi che ogni anno si rivolgono a centri privati specializzati della Puglia e di altre regioni del nord.