Il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (ossia il 30%) è un tumore mammario. In Italia, si legge nella relazione annuale del Ministero della Salute, nel 2020 sono state stimate circa 55mila nuove diagnosi di carcinomi e nel 2021 sono stati accertati circa 13mila decessi. La sopravvivenza a 5 anni di un tumore della mammella – diagnosticato in fase precoce grazie alle campagne di screening, prevenzione e alle più moderne apparecchiature diagnostiche – è giunta all’88%.

A Bari, il 24 giugno alle 9, si discuterà di prevenzione e ricerca nell’Aula Magna del Policlinico di Bari. L’evento è promosso e organizzato dal professor Camillo Porta, ordinario di Oncologia medica e direttore della Unità Operativa Complessa di Oncologia medica universitaria del Policlinico di Bari, e dalla dottoressa Stefania Stucci, responsabile ambulatorio Breast Care Unit presso la Unità Operativa Complessa di Oncologia medica universitaria del Policlinico di Bari. L’appuntamento si prefigge di divenire un evento annuale di confronto tra esperti, per parlare dei percorsi diagnostico-terapeutici delle pazienti oncologiche. Protagonista della giornata di studio sarà la figura femminile in qualità di paziente e donna attiva nella vita socio-lavorativa oltre che operatrice sanitaria coinvolta nella prevenzione del carcinoma mammario.

“Il tumore alla mammella – spiega l’oncologa Stucci – rappresenta circa il 30% dei casi totali di cancro in Puglia. Con la creazione di una rete oncologica pugliese e di un network tra le Breast Units della Puglia si mira a creare percorsi diagnostici terapeutici uniformi, lineari e finalizzati a diagnosticare rapidamente la malattia. Tale ambizioso progetto prevede, tra l’altro, di intervenire tempestivamente con le cure mediche, chirurgicamente e aumentare le possibilità di sopravvivenza. Grazie alla ricerca scientifica e alla scoperta dei biomarcatori che promuovono lo sviluppo e la progressione del tumore, riusciamo a garantire un miglior controllo della neoplasia. Di fatto, abbiamo remissioni prolungate, per cui per molte donne si può parlare di cronicizzazione. Non è raro, dunque, trovare pazienti impegnate nella vita sociale con oltre 10 anni dalla diagnosi. Pertanto, alla migliore cura si deve affiancare anche una terapia di supporto psicologico per ottimizzare la qualità della vita sociale e professionale. La nostra mission è anche potenziare la ricerca clinica, offrire alla paziente oncologica trattamenti innovativi, ridurre la spesa sanitaria – in quanto (nell’àmbito di progetti scientifici e clinici) i farmaci vengono forniti gratuitamente – e, soprattutto, ridurre l’emigrazione sanitaria verso le grandi regioni settentrionali”. La dottoressa Stucci conclude: «In Puglia la riduzione degli screening per il tumore del seno è stata più alta della media italiana. Nel primo anno e mezzo della pandemia gli esami “omessi”, rispetto al periodo pre-covid, sono stati 44.380. L’Oncologia medica universitaria lo scorso anno ha erogato circa 400 visite oncologiche mostrando, tra l’altro, un trend in incremento anche nei primi sei mesi del 2022. In parallelo, è stato istituzionalizzato un ambulatorio di Cure simultanee, diretto dalla dottoressa Teresa Grassi, all’interno del quale le pazienti possono beneficiare delle terapie di supporto per un benessere psico-fisico».