“Guardare con il cuore e cogliere il senso delle cose anche se invisibile agli occhi, proprio come fa un bambino”: con questo messaggio, contenuto in uno dei brani del “Piccolo Principe”, ieri 31 marzo sono stati accolti i primi piccoli fruitori del progetto ASL di Biblioterapia, dedicato a bambini e adolescenti affetti da disturbo dello spettro autistico. Dopo l’intesa formalizzata nelle settimane scorse con il Comune di Acquaviva delle Fonti, sono cominciati presso la biblioteca comunale i laboratori di lettura tenuti dagli operatori del Centro autismo territoriale e della Neuropsichiatria della Infanzia e dell’Adolescenza, come percorso terapeutico alternativo all’ambulatorio medico. “E’ una giornata simbolica quella scelta per avviare i laboratori terapeutico-occupazionali – spiega lo psicologo Vincenzo Lasaponara, responsabile clinico della sede Cat di Acquaviva delle Fonti – abbiamo atteso la fine dello stato d’emergenza Covid anche per celebrare attivamente e concretamente la prossima giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo che ricorre il 2 aprile”. 

L’obiettivo della iniziativa è promuovere e valorizzare l’inclusione e la socializzazione dei soggetti in età evolutiva (suddivisi in due gruppi, rispettivamente di 6-10 anni e 11-14 anni) affetti da disturbo dello spettro autistico. Tutto ciò, attraverso: la pratica della lettura condivisa, la personale interpretazione dei racconti, il reciproco confronto sui temi trattati, la drammatizzazione diretta e indiretta degli eventi, dei rapporti, dei ruoli e dei contesti narrati. Al primo laboratorio hanno partecipato una decina di bambini fra i 6 e i 12 anni, utenti dei centri autistici di Santeramo in Colle, Cassano delle Murge, Acquaviva delle Fonti. “Abbiamo interpretato la storia del Piccolo Principe – racconta la dottoressa Silvana Tafuri, coordinatrice dei terapisti – perché in uno dei brani ci insegna a vedere con il cuore, facendoci mettere dal punto di vista dei bambini, trasformando un oggetto in un’altra cosa – prosegue – oggi tutti si sono messi nei panni degli altri e hanno condiviso una esperienza in uno spazio ludico e culturale”.