foto di repertorio

Sono dati molto preoccupanti quelli relativi alle liste d’attesa regionali per ricoveri chirurgici. In Puglia un arretrato di ben 13 mila interventi fino al 2021. Due anni di pandemia e di attività sanitaria concentrata in massima parte sulla lotta al virus, hanno aggravato una situazione già critica. “Il settore della sanità è quello dove si giocherà una delle partite più importanti dell’era post Covid nella nostra regione. Sperando di non dover affrontare nuove ondate, sono ben tredicimila i cittadini pugliesi in lista d’attesa per un ricovero chirurgico, quasi venticinquemila se si sommano anche quelli previsti nel 2022. Una situazione a dir poco preoccupante, che necessita di un piano strategico adeguato alle richieste legittime di tanti pazienti, più della metà concentrati nella provincia di Bari, in fila per entrare in una sala operatoria – commenta il consigliere regionale Davide Bellomo, capogruppo della Lega. – Per fronteggiare questa emergenza straordinaria e garantire un diritto sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, la Regione Puglia deve fare presto e bene la sua parte. Si assumano immediatamente più chirurghi negli ospedali pubblici e si faccia ricorso, con le dovute cautele e senza spreco di denaro dei contribuenti, alle strutture private in grado di garantire standard qualitativi di livello. Senza un travaso di personale dal privato al pubblico, che esporrebbe al paradosso di utilizzare da un lato risorse per bandi di servizi da concedere ai privati e dall’altro togliere a quelle realtà del territorio professionisti da impiegare in attività sempre di pubblica utilità. Quando si è insediato l’assessore Palese gli abbiamo ricordato le sue contraddizioni anche in tema di sanità pugliese, ma abbiamo precisato che lo avremmo giudicato sui fatti e senza pregiudizio. Riuscire a smaltire rapidamente questo arretrato di richieste di salute dei cittadini pugliesi, dei quali i ricoveri chirurgici sono soltanto la punta dell’iceberg, è il primo e più importante banco di prova. Qui si parrà, come diceva il Poeta, la sua nobilitate”, conclude Bellomo.