Spesso si sente parlare di dolore alla cervicale, ma non tutti sanno da cosa può derivare. A spiegarci le cause ci ha pensato il dottor Mario Napolitano, responsabile del reparto di Neurochirurgia della Mater Dei di Bari.

“Le cause sono diverse e sono legate soprattutto all’età dei pazienti. Nella maggior parte dei casi può essere legato a un fenomeno di cervicoartrosi quindi a meccanismi degenerativi. Ovviamente – sottolinea il dottor Napolitano – bisogna distinguere i casi perché, oltre alla cervicalgia, è importante capire se c’è anche un dolore lungo il braccio. Questo significherebbe che siamo in presenza di una ernia del disco nel tratto cervicale”.

L’ernia al disco può essere di tipo degenerativo, una forma ereditaria nel caso in cui i pazienti abbiano famigliari con la stessa patologia, oppure dovuti a traumi come il colpo di frusta che può predisporre la rottura del disco.

“L’ernia del disco – aggiunge – crea delle situazioni invalidanti nel paziente e il più delle volte si ricorre alla terapia farmacologica, come l’assunzione di antinfiammatori, steroidei, associati a farmaci miorilassanti, spesso il tutto si accompagna anche con l’utilizzo di un collare”.

Oltre alla terapia farmacologica, il paziente può ricorrere anche al trattamento chirurgico. “Se siamo in presenza di un’ernia discale – sottolinea -, per la maggior parte dei casi il paziente viene trattato con un’operazione per via anteriore che ci permette di raggiungere il radiche dando la possibilità di levare il disco che sul frammento di ernia. Dall’altro lato, per pazienti in età giovanile, è preferibile l’innesto della protesi mobile biarticolare che ci permette di ridurre i dolori e avendo una mobilità del radiche ottimale”.

“I pazienti che si sottopongono a operazione chirurgica – continua il dottor Napolitano – hanno diversi benefici, quali la scomparsa della sintomatologia. Con la protesi mobile, nei pazienti giovani, si elimina l’utilizzo del collare cervicale e dopo due giorni già si può muovere il collo”.

“A differenza della cage, la protesi fissa, il collo non può essere mosso, mentre con la protesi mobile, già nel post operatorio viene eseguito un movimento di flesso estensione del collo per capire l’esatta posizione della protesi e se effettivamente il funzionamento è esatto”.

In molti si chiedono se l’uso dello smartphone o del pc possa provocare la fuoriuscita dell’ernia cervicale. Una idea smentita dal dottor Napolitano che invece sottolinea come la postura sbagliata possa solo provocare una forte cervicalgia.