Il dibattito sul futuro energetico del nostro Paese è in pieno fermento e riguarda molto da vicino la nostra regione. La volontà politica pugliese però sembra non trovare ancora una linea univoca, con prese di posizione corali poi rimodulate da singoli protagonisti. Ultimo scontro quello che fa seguito alle dichiarazioni in Consiglio regionale dell’assessora all’Ambiente Maraschio, favorevole all’eolico offshore purché nel rispetto del paesaggio. Parole a cui ha replicato il presidente della commissione Bilancio, Fabiano Amati:Il Consiglio regionale è a favore degli impianti eolici offshore. Tutti. E ciò è stato detto con un voto formale, favorevole e ambientalista. Una dichiarazione contraria orale, equivoca e inquinante dell’assessore all’ambiente, peraltro pronunciato dopo aver confessato di non conoscere il progetto, non è in grado di mutare il voto invece consapevole e informato del Consiglio regionale” ha commentato senza giri di parole.

È forse l’ora di smetterla con queste manfrine politiciste, messe su per assecondare dubbi campanilistici, in un momento così grave per il mondo, per l’Europa, per l’Italia e per le tasche delle persone normali. Basti pensare alle bollette. Se qualcuno intende giocare al ‘piccolo’ paesaggista, aggredendo i valori ambientali e portandoci in regalo l’alternativa dell’inquinamento, delle malattie, della povertà e della guerra, è pregato di farlo in un momento più calmo e meno rischioso per le sorti dell’umanità. L’eolico offshore è un grande contributo al disinquinamento e alla prevenzione delle malattie, perché ci consente di produrre l’energia di cui abbiamo bisogno senza usare fonti inquinanti. Negli anni scorsi abbiamo pagato e già dato un grosso contributo alla produzione energetica del Paese ospitando fonti inquinanti, non capisco per quale motivo oggi dovremmo rinunciare a infrastrutture che ci compensano rispetto ai guai del passato” prosegue Amati.

E conclude: “È incomprensibile la china anti-ambientalista e anti-salutista che si propone d’intraprendere. Mi spiace dirlo, ovviamente, ma forse è l’ora di un provvedimento statale che con chiarezza accentri le competenze, come si fa per tutte le grandi infrastrutture strategiche, così da fare in fretta le cose e così lasciare ai leader del no-a-tutto, o ai fautori delle posizioni ambigue, la possibilità di recriminare o nascondersi. Tanto la realtà è sempre più forte delle illusioni e con molta celerità riporta dinanzi agli occhi di tutti il prezzo pagato per tanta miopia. Come per Tap, detto per intenderci”.