Le polemiche attorno al caso Apulia Film Commission non si placano. Per riportare la quiete sembra non sia bastata la recente nomina di tre componenti del Cda, voluta con urgenza da Michele Emiliano, né la misura disciplinare di sospensione del direttore generale Antonio Parente votata all’unanimità ieri dal nuovo gruppo di lavoro. La vicenda ha smosso gli umori politici regionali, suscitando molti dubbi soprattutto in quella parte della minoranza che oggi, con la dichiarazione del capogruppo pugliese di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo, interroga il presidente Emiliano e reclama trasparenza.

Fermo restando la gravità dell’aggressione fisica (secondo la presidente dell’Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco) o del violento diverbio verbale (secondo il direttore della stessa Fondazione, Antonio Parente) sui quali sta indagando anche la Procura di Bari a seguito di denuncia della prima, resta un interrogativo di fondo sul quale non viene posta l’adeguata attenzione: cosa ha portato i due vertici di quella che sicuramente è fra le più importanti Film Commission d’Italia a uno scontro (fisico o verbale) così violento?

Per questo già due mesi fa – prosegue Zullo – come Fratelli d’Italia chiedemmo al presidente Emiliano di venire a riferire in aula, non certo per conoscere i particolari dell’aggressione o presunta tale, ma per capire perché erano così divergenti le posizioni della presidente e del direttore, qual era l’oggetto del contendere? Cosa contestava la presidente al direttore o viceversa? Non vorremmo trovarci nuovamente di fronte a dissapori per appalti affidati direttamente, magari, sempre alle solite imprese anche nel settore cinematografico-promozionale. Insomma un bis della Protezione civile. Anche in quel caso, in tempi non sospetti (quando l’ospedale Covid in Fiera era ancora in costruzione, quando la fabbrica delle mascherine era appena entrata in funzione e i cargo atterravano sulla pista dell’aeroporto di Palese) chiedevamo chiarezza sui conti e sugli affidamenti dei lavori e commesse. L’Apulia Film Commission fu voluta dal governo Fitto, pochi oggi se lo ricordano, e ha portato risultati in termini di promozione più di altre agenzie e assessorati preposti a questo compito, ci dispiacerebbe se il sistema Emiliano avesse inquinato anche questa Fondazione“, conclude così il leader regionale del FDI.