Mentre CGIL CISL e UIL applaudono al taglio del cuneo fiscale, la UGL ritiene che misura adottata dal governo sia atta ad aumentare la disuguaglianza sociale. A dichiararlo è il Segretario Generale della UGL di Bari Antonio Caprio.

“Questa misura – dichiara Caprio – non mette nulla nelle tasche di milioni di lavoratori con un reddito inferiore o pari a 8mila euro. Questa è una platea elevatissima, se si considera, che a seguito dei drastici tagli avvenuti negli appalti pubblici, milioni di lavoratori e lavoratrici che operano nel settore delle pulizie della ristorazione e dei servizi in genere oggi vivono con una retribuzione mensile che non supera i 600 euro al mese”.

“A questi – continua il segretario della UGL – si aggiungono i pensionati i quali si son visti aumentare la loro pensione di soli 3 euro all’anno. Quest’ultimi da diversi anni rappresentano il vero ammortizzatore sociale delle famiglie italiane, all’occorrenza passano da essere baby sitter a veri finanziatori dei loro figli. A questi vanno aggiunti tutte quelle piccole partite Iva che alla fine reggono l’economia della nazione, che oltre a non avere nessun diritto come previsto ai lavoratori dipendenti vedasi malattia, infortunio, maternità, subiranno anche un aumento delle tasse”.

“Mentre i dati Istat continuano a darci una fotografia nella quale la povertà relativa aumenta sempre più, tanto da dichiarare povero anche chi lavora, la povertà assoluta dilaga. Noi della UGL – conclude Antonio Caprio – non possiamo accettare che si continui a creare disuguaglianze sociale, vogliamo che si sostenga prima chi ha più bisogno e poi tutti gli altri, per questo esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questa riforma”.