Sarà il Ministro dell’Interno Matteo Salvini a rispondere all’interrogazione dell’onorevole barese del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Brescia, anche presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.

Negli ultimi giorni in città l’argomento di discussione principale è diventato il presunto voto di scambio su cui indaga la Digos, con almeno 4 candidati, anche eletti, iscritti nel registro degli indagati. Da qualche ora circolano anche alcuni nomi. Si tratterebbe di esponenti del centrosinistra e del centrodestra, alcuni dei quali particolamente conosciuti. In Procura e negli ambienti della Polizia, c’è il massimo riserbo sull’inchiesta, ma la politica cittadina è in fibrillazione.

I presunti episodi di voto di scambio saranno al centro dell’interrogazione a risposta immediata del MoVimento 5 Stelle che si terrà domani dalle ore 15 in aula alla Camera.

“Senza voler minimamente interferire con il lavoro della magistratura, con questa interrogazione chiediamo al Viminale di fornirci ulteriori informazioni su questa triste vicenda e di mettere in campo iniziative concrete contro la corruzione elettorale”, spiega Giuseppe Brescia che illustrerà l’interrogazione e replicherà alla risposta del ministro. “Ringraziamo la Digos per l’importante lavoro svolto e tutti i cittadini baresi che con coraggiose denunce e segnalazioni hanno fatto scattare le indagini”.

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE DEPOSITATA
Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che: da quanto appreso da fonti di stampa, grazie al lavoro della Digos la procura della Repubblica di Bari ha aperto più fascicoli d’inchiesta per «corruzione elettorale», in relazione a conclamati casi di voto di scambio alle recenti elezioni comunali di Bari;

i poliziotti, già durante la campagna elettorale, hanno ricevuto e raccolto diverse segnalazioni anche sui social network e approfondito i casi. Sono state ascoltate, come persone informate dei fatti, una ventina di persone in questura e sarebbero quattro le persone iscritte nel registro degli indagati per voto di scambio, ma il numero potrebbe crescere; i reati sarebbero stati commessi nel corso della campagna elettorale da esponenti degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra.

Secondo la ricostruzione, in alcuni casi sarebbe stato utilizzato l’espediente del rappresentante di lista, fornendo a tali soggetti un rimborso spese, in realtà pagamento del voto (o dei voti) accordato. In altri casi, invece, sarebbero state promesse e consegnate somme di denaro (dai 30 ai 50 euro), generi alimentari, buoni benzina o di altro genere; si apprende inoltre che la polizia avrebbe esaminato la lista dei 36 consiglieri eletti in comune, analizzando i dati sulle preferenze e incrociandoli con i risultati ottenuti nei vari quartieri; a parere degli interroganti, vanno ringraziati quei cittadini baresi che con le loro coraggiose segnalazioni hanno fatto scattare le indagini e si auspica che i consiglieri comunali eletti per effetto della commissione di eventuali reati si autodenuncino e collaborino alle indagini della procura. Sul tema venerdì 14 giugno si terrà a Bari la manifestazione civica “Liberi di votare”; grazie all’impegno di questa maggioranza è stata finalmente approvata una legge sul voto di scambio politico-mafioso, in vigore dall’11 giugno; casi di brogli elettorali si sarebbero poi registrati in altre parti del territorio nazionale, come Ariano Irpino, Aversa e Termoli dove sono scattate le indagini della Digos; tali fenomeni apparirebbero facilmente superabili attraverso l’estensione del tagliando antifrode, introdotto dalla legge 165/2017 limitatamente alle elezioni politiche, anche alle elezioni europee, regionali e comunali-: di quali ulteriori elementi il Ministro interrogato sia a conoscenza sui fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda mettere in campo per contrastare il fenomeno della corruzione elettorale