Non voto a Bari e non ho mai nemmeno votato per il centrodestra, ma al contrario di quanto sostengono in tanti, Pasquale Di Rella è il miglior candidato possibile sul quale Forza Italia potesse puntare. Sarà per questo che anche Fabio Romito e Filippo Melchiorre hanno perso un po’ del loro sorriso smagliante. Tre purosangue in competizione. Saranno primarie vere, con tre cani da guardia a contendersi la nomina di candidato anti Decaro alle prossime elezioni comunali.

In un periodo di campagna acquisti spudorata, a destra e a manca, lasciano interdetti alcuni commenti da orsolina, al grido di un’ideologia ormai superata. “Al Comune – diceva mia nonna – scelgo la persona”. Nella sua vita ha votato tutto e il contrario di tutto.

Puntando sul civismo, Di Rella ha dimostrato di saper andare controcorrente, rinunciare a decine di migliaia di euro pur di non sostenere ancora una linea che non condivideva, ma soprattutto una competenza amministrativa e una capacità di leggere gli atti fuori dal comune. Qualità che in tanti, anche tra i nemici, gli riconoscono.

L’essere entrato in campagna elettorale almeno un anno e mezzo prima degli altri lo ha fatto conoscere meglio ai baresi. Gli altri due non hanno bisogno di presentazione. È vero, è passato dal PD ad essere il candidato nelle primarie del centrodestra, provenendo già da Forza Italia, ma forse ciò che più spaventa di lui è la coerenza nelle idee e nelle battaglie che porta avanti.

Potrà non piacere, ma ha tutto il diritto di giocarsi le sue carte esattamente come tutto il diritto di puntare all’investitura hanno Romito e Melchiorre. Al contrario dei guru della politica del centrosinistra, che si sfregano le mani mentre parlano di vittoria facile, scommettiamo in una battaglia elettorale di grande intensità, di quelle che fanno bene alla democrazia, chiunque poi sarà chiamato a governare la città di Bari.