Dimissioni, senza se e senza ma. Pur con ognuno la propria posizione, i consiglieri comunali di opposizione chiedono la testa del sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo la pubblicazione dell’audio in cui il primo cittadino, per uscire dall’empasse sui soldi mancanti dalla cassa prestanza, promette agli ex dipendenti del Comune, ormai in pensione, di scegliere in avvocato esterno scemo qualora questi avessero deciso di fare causa all’Ente.

Stamattina nei corridoi a Palazzo di Città tutti erano alla ricerca dell’avvocato scemo votato a perdere la causa. battute a parte, non si parlava d’altro. Difficile ignorare quanto emerso, anche alla luce dell’audio integrale, invocato dallo stesso sindaco e subito accontentato. Le parole di scuse rivolte agli avvocati non sembrano aver abbassato i toni.

Tornando alla conferenza stampa dell’opposizione, le parole pronunciante sono pacate, ma ferme, con diverse chiavi di lettura. “Siamo ufficialmente in campagna elettorale – sottolinea Michele Picaro di Fratelli d’Italia – e Decaro fa promesse da marinaio. A seconda di chi sia il suo interlocutore, propone una soluzione diversa, vuol dire che non cerca alcuna soluzione”.

“Chiediamo un atto di trasparenza, renda pubblici i saldi contabili anno per anno – invoca Francesco Colella del Movimento 5Stelle – i cittadini devono capire cosa cosa è successo alla Cassa Prestanza e dove sono finiti i soldi”.

Fa un passo in più Fabio Romito, che amplia lo spettro: “Dobbiamo capire se quello proposto dal sindaco sia un modus operandi, andare a vedere cosa è successo in tutti i grandi contenziosi del Comune. Siamo difronte a un uso distorto dello strumento giuridico, non vorrei che fosse stato adottato come regola negli cause perse dall’Ente”.

“Leggendo le sentenze – aggiunge Pasquale Di Rella, del gruppo misto – ci siamo resi conto che spesso gli avvocati del Comune non seguivano le cause, gli stessi giudici si sono lamentati. Nasce il dubbio che questa sia stata adotta come prassi, che siano stati spesi soldi pubblici da poter destinare diversamente”.

“”Quando viene commesso un omicidio – usa una metafora Giuseppe Carrieri, di Impegno Civile per Bari – non basta dire che peccato, ma ormai è successo, bisogna indagare per scoprire il colpevole, processarlo, condannarlo etc. etc, questo non è stato fatto”.