È composta da quasi 100 indicatori la classifica nazionale annuale della qualità della vita elaborata da Italia Oggi. L’area metropolitana di Bari, sprofonda quest’anno al 103 posto (su 110) perdendo 7 posizioni rispetto al 2017. Devastanti alcuni indicatori. La spesa mensile pro capite si riduce a 839 euro (92 posto, meno 5 posizioni rispetto lo 2017).

Il tasso di disoccupazione giovanile passa al 56% (109 posto, meno 12 posizioni rispetto il 2017). L’indice di emigrazione si incrementa al 17,68 ogni mille abitanti (perdendo ancora una posizione rispetto al 2017). Il rapporto giovani/anziani peggiora ancora, poiché gli over 65 diventano il 25% della popolazione barese.

Una Città quindi più povera, senza lavoro, con più anziani e con le giovani generazioni che se ne vanno: “Un disastro amministrativo – dicono in coro gli esponenti del centrodestra -nessuna efficace politica è stata in questi anni messa in campo per contrastare questi trend. Del tutto improduttiva, per esempio, è ormai da ritenersi l’operazione Porta Futuro che al di là dei costi di realizzazione evidentemente nulla ha poi prodotto”.

“Noi abbiamo proposto altro con più atti amministrativi. La vendita dell’Amgas srl e il reinvestimento dei circa 80 milioni di euro ricavabili, in sgravi fiscali per chi viene a vivere a Bari oppure apre una nuova impresa a Bari assumendo disoccupati baresi; sostegni alla natalità. Abbiamo proposto l’immediato insediamento e sostegno comunale delle zes nella zona portuale. Abbiamo proposto infine di sostenere fortemente le imprese che si riconvertono alla green economy, in modo da far diventare Bari hub del Mediterraneo in tale comparto industriale”.