Una lunghissima lettera, indirizzata a consiglieri, Presidente del Consiglio e Segretario Generale del Comune di Palo del Colle, Anna Zaccheo rassegna le dimissioni da Sindaco e affida le ragioni al social network per far arrivare direttamente ai cittadini il proprio pensiero.

Traccia un bilancio personale partendo dalla campagna elettorale che l’ha portata a indossare la fascia tricolore per giungere fino al punto di rottura con alcuni consiglieri di maggioranza, allontanatisi per ragioni a lei sconosciute, e a certi interessi personali di qualcuno che ostacolano la realizzazione dei progetti pensati per lo sviluppo del paese. Un gesto simbolico per dare la scossa al sistema? Vedremo. Intanto, qui di seguito, ecco cosa ha scritto.

A due anni da quel giugno 2016, quando i cittadini di Palo del Colle mi hanno onorato della loro fiducia incaricandomi di guidare l’amministrazione della cosa pubblica in questo amato paese, sento il bisogno e il dovere di tracciare, sia pur sommariamente, un bilancio dell’attività finora svolta.

In realtà, fin da prima di aderire all’invito di candidarmi, ero consapevole che mi stavo accostando ad un ambito a me ignoto, di certo molto gravoso e colmo di difficoltà; così ho deciso di studiare, informarmi, documentarmi sul mondo – delicato e complesso – nel quale mi riproponevo di affacciarmi. Ho anche conosciuto tante persone che, condividendo il mio progetto politico, mi hanno incoraggiata a intraprendere questa sfida e ho pensato che, con una squadra così giovane, attiva, entusiasta e competente, avrei potuto affrontare ogni difficoltà e contribuire alla rinascita e allo sviluppo (culturale e sociale prima di tutto) di Palo del Colle.

Ho subito dichiarato quali sarebbero state le mie priorità nell’azione politica:
Inclusione di tutti i cittadini con particolare attenzione alle necessità dei più deboli o emarginati;
Progettazione, guardando lontano, di una città a misura di bambino, di giovane, di anziano, di famiglia;
Cambiamento di rotta senza vincoli o sudditanze nei riguardi di personaggi più o meno noti della vecchia politica.

Già durante la campagna elettorale sottoscrivevo un protocollo d’intesa affinché anche il Comune di Palo del Colle potesse aderire all’Associazione “Avviso pubblico”, come forma di impegno a promuovere la cultura della legalità democratica.
Sempre in campagna elettorale ho molto puntato sulla cooperazione con il fine esplicito di favorire a Palo del Colle la costituzione di Cooperative Sociali.

Alle persone espresse dai partiti di maggioranza chiedevo impegno costante con lo sguardo fisso agli obiettivi politici proposti e promessi; davo fiducia a giovani assessori, cui chiedevo che quotidianamente lavorassero per portare a compimento i punti programmatici, liberi da ogni forma di condizionamento.
E, in effetti, nei primi mesi mi è sembrato che tutta la squadra di governo si stesse impegnando vigorosamente e con entusiasmo alla realizzazione di tali progetti: infatti sono stati concretizzati diversi interventi e ottenuti molti finanziamenti.

Con il tempo, però, ho scoperto che questi progetti e finalità non erano condivisi da gran parte della mia maggioranza, che sempre più di frequente i personalismi stavano prendendo il sopravvento, insomma che l’unità inizialmente mostrata, era solo apparente o si stava sfaldando; hanno cominciato ad emergere atteggiamenti che hanno minato alla base quell’azione politica che ci eravamo prefissi.

Per essere più chiara:
A me pare che sia mancata la volontà di dare concretezza alle attività iniziate: non si può pensare di ricercare fondi e finanziamenti per costruire contenitori privi di contenuto.
Una delle priorità delle linee programmatiche erano interventi sociali mirati; supportare le classi sociali disagiate del territorio culturalmente ed economicamente non significa risolvere tutto con la mera politica assistenzialistica (un contributo di pochi euro mensili). Ho cercato in tutti i modi di proporre altre vie, certamente più lunghe e scomode, per nulla accolte dai più.

Con vivo rammarico ho incontrato inspiegabili difficoltà nell’approvazione di provvedimenti che -de plano- non potevano che essere apprezzati:
-In linea con quanto previsto dai più recenti orientamenti della Giustizia amministrativa e contabile ho chiesto, da più di un anno alla maggioranza tutta, di lavorare per costruire un Albo Comunale degli Avvocati. Ho anche portato in Giunta la necessaria proposta di delibera che non ha, tuttavia, ricevuto l’appoggio di alcuni assessori.

– Con grandi difficoltà sono riuscita ad operare una riorganizzazione del personale, sia pur parziale viste le risicate risorse umane presenti nel nostro ente. Sebbene questo fosse punto cardine delle linee di indirizzo, peraltro imposto dalla normativa in materia di trasparenza e anticorruzione, al fine di ovviare a rendite di posizioni cristallizzate, direi abbondantemente da almeno 20 anni, per realizzarlo, ho dovuto ricorrere ad un atto di imperio perché la proposta non è stata condivisa da tutta la maggioranza.

-Ancora: le incoraggianti iniziative con cui ci siamo assicurati l’ingresso di nuovi capitali per la realizzazione di progetti per l’inclusione ad esempio delle periferie, non sono state seguite da azioni di effettivo e concreto impegno per la loro attuazione.

– La valorizzazione dei parchi cittadini e degli orti urbani, sono rimaste delle vere e proprie lettere morte. Ho proposto la condivisione di un progetto che, con l’ausilio del CEA (Centro di Educazione Ambientale), consentisse ai palesi di ogni età (ma specialmente ai più piccoli e agli anziani) di vivere e riappropriarsi davvero di siti che oggi, non solo versano in stato di abbandono, ma favoriscono situazioni di degrado sociale e di criminalità. Sebbene, cioè, la riorganizzazione e la valorizzazione dei parchi coinvolgesse le azioni di più assessorati (Sociali, Cultura, Ambiente ecc.), pochissimi hanno colto in tale progetto una vera opportunità per il paese, molti lo hanno invece bocciato ritenendo di non dovervi dedicare energie e finanze.

In questi anni, anche dalla minoranza/opposizione troppo sporadicamente sono arrivati veri e propri spunti e fattive sollecitazioni alla riflessione e al confronto; spesso ho registrato più che altro dei pettegolezzi diffusi su certi media o direttamente sui social fomentati da o tramite veri e propri “sobillatori di facebook”, più alla ricerca di gloria personale che al servizio dell’informazione o del coinvolgimento consapevole dei cittadini elettori. Anche quando i consiglieri di minoranza sono stati coinvolti perché chiamati a far parte delle varie Commissioni (ex sicurezza, ambiente), si sono registrate da parte di alcuni troppe e ingiustificate defezioni agli incontri.

Negli ultimi giorni, poi, ho incassato – amaramente perché senza spiegazioni – la fuoriuscita dal gruppo consiliare “Palo nel Cuore” di due consiglieri di maggioranza che si sono dichiarati “indipendenti”; indipendenza, peraltro, mai ufficializzata. Non mi hanno spiegato neppure da che cosa abbiano ritenuto di voler dichiarare la loro indipendenza. Ad oggi non ho mai impostato i miei rapporti con consiglieri e collaboratori come quelli che intercorrono tra il titolare di un’azienda e i suoi dipendenti, anzi ho sempre preferito associarmi a gente dallo spiccato spirito di iniziativa e mi sono spesso scontrata con coloro che, pur assegnati ad incarichi di responsabilità, hanno assunto un contegno inconcludente.
Penso, dunque, che così non si possa andare molto lontano.

Penso che il mio impegno, gli sforzi -miei e di quei pochi compagni che ancora sono rimasti fedeli alle promesse di cambiamento fatte ai concittadini- non siano funzionali alla causa.
Penso che sia giunto il momento che i cittadini conoscano qual è la reale situazione delle forze politiche presenti a palazzo San Domenico: c’è troppa gente attaccata alla propria “bandiera”, talmente attenta a mostrare e dimostrare di essere più brava e meritevole di altri colleghi, da perdere di vista “l’essenziale”. Troppo spesso mi sono imbattuta in discussioni su progetti e/o attività che, solo perché non provenienti da determinati ambienti, sono stati screditati e scartati.

Penso che sia precipuo compito degli amministratori quello di svegliare le coscienze di tutti, coinvolgerli nel processo di rinnovamento e progredire insieme verso uno sviluppo culturale (prima ancora che sociale ed economico) del paese. “L’evoluzione sociale non serve al popolo se non è preceduta da un’evoluzione di pensiero” canta Franco Battiato. Ebbene, a me pare che siano ancora troppo pochi coloro che hanno compreso e fatto proprio questo concetto, che pure a me sembra chiaro e basilare. Pochi – tra coloro che dovrebbero – hanno dimostrato di aver a cuore l’evoluzione culturale e sociale del paese. Sebbene il mio agire quotidiano sia andato in questa direzione, sebbene io li abbia espressamente sollecitati ad attivarsi in tale impegno, tutto sembra essere stato finora vano.

Ho l’impressione (ma in realtà è più di un’impressione) che ci sia ancora in giro troppa preoccupazione di mantenere quello “status quo” che consente a chi detiene i cosiddetti “numeri” di poter decidere in base agli “impegni ad personam” presi in campagna elettorale. Ecco, questo a me sembra il peggiore dei mali di questa classe politica: avere mani e piedi legati e non poter decidere e procedere liberamente per il Bene del paese. Non è difficile capire di cosa ha bisogno il paese, è certamente arduo perseguirlo quel Bene a causa di ostacoli oggettivi (risorse finanziarie e umane sempre risicate …), ma se a queste problematiche si aggiungono gli inconfessabili ricatti di pochi cosiddetti elettori (o forse bisognerebbe chiamarli occulti manovratori) l’azione politica non può svilupparsi e sarà sempre fortemente pregiudicata quanto ad efficacia.

Mai sono stata “attaccata” a questa (scomodissima) poltrona che occupo e non intendo diventare un fantoccio a disposizione di chi persegue obiettivi politici diversi dai miei, sicché credo sia giunto il momento di farmi da parte, di rimettere il mandato nelle mani dei cittadini che, informati di questo stato di cose, in un prossimo futuro potranno, meglio e più consapevolmente, decidere sulle sorti del loro paese.

Questo mio gesto non è una resa nei confronti di questo stato di frustrazione ma, al contrario, è un atto di denuncia che mi costa davvero tantissimo, ma con questa maggioranza non è più possibile perseguire gli obiettivi politici prefissi per cui è ora che si cambi.

Me ne vado conscia delle responsabilità che tutto questo comporta, ma anche consapevole che -continuando per questa strada- la mia stessa azione politica sarebbe fortemente denaturata e dunque ben più dannosa per il paese.

Me ne vado“sorridente e felice di aver fatto quel che potevo fare” (cito una bella espressione di un caro amico), sicura di averci provato senza altri fini se non quello del Bene comune, limpidamente e (perché no?) pronta a rialzarmi e a continuare su questa strada finché ci sarà qualcuno che veramente ne apprezzi i valori.

Un saluto riconoscente va a tutti coloro che hanno con me collaborato all’amministrazione del Paese, sia al personale dipendente del Comune che a tutti coloro che, anche in silenzio, mi hanno sostenuta e coadiuvata.

Chiedo, infine, scusa alla cittadinanza tutta e in particolare a coloro che hanno riposto le proprie speranze di rinnovamento e di sviluppo del paese in questa compagine ma, sebbene la politica sia anche mediazione, non sempre i compromessi sono accettabili.
Rassegno, dunque, oggi le mie dimissioni dalla carica di Sindaco.