La situazione politica che sta alimentando le discussioni da bar a Palo del Colle è tra le più rocambolesche e avvelenate degli ultimi anni. Il Sindaco, Anna Zaccheo, nomina senza sentire i partiti i tre componenti dell’Organismo indipendente di valutazione (circa 30mila euro annui), poi si dimette con una lettera di fuoco.

Una missiva in cui spiega come (non si sa chi nell’Amministrazione e nel Consiglio) abbia dei forti interessi personali. Scrive e scappa dalla propria responsabilità, l’unica: fare nomi e cognomi. Senza quelli alcuni consiglieri stanno pensando di querelare il primo cittadino. In questa crisi a mezzo posta, il Sindaco non risparmia accuse – sempre nero su bianco – anche al presidente del Consiglio Comunale, che ha risposto per le rime. Come? Per iscritto.

Ma poi scrivono anche i consiglieri del PD, perché i vertici del partito hanno chiesto esplicitamente di stare zitti e quindi nessuna dichiarazione ufficiale. In tutto questo caos anche gli ex “Palo nel cuore” Cuonzo e Carulli scrivono, dicendo che non parteciperanno al Consiglio Comunale di questo pomeriggio. Non ci saranno neppure i Consiglieri PD. Nessuna fuga dicono loro, ma al contrario un’assenza dettata dalla voglia di confrontarsi in Aula con il Sindaco Zaccheo, oggi assente per un impegno precedente.

A sentire la maggioranza e gli ex compagni di movimento, quelli che avrebbero voluto un posto in giunta al posto degli assessori Martino e Pugliese, l’unica a darsi latitante sarebbe proprio il Sindaco, forse per le troppe pressioni, per l’alienazione del ruolo dal resto delle incombenze professionali e private oppure per l’ingombrante presenza di Antonio Nunziante, che ha voluto il medico e mamma di quattro figli candidata.

In questi casi la politica dà di sé la sua immagine peggiore. Le beghe interne, i ripensamenti e i risentimenti prendono il sopravvento sul bene comune. Immigrati, incarichi, progettazioni? Per aspettare di sapere quali siano i reali interessi personali che hanno inquinato le decisioni pubbliche, bisognerà aspettare che il primo cittadino dimissionario trovi un po’ di tempo fra i suoi tanti impegni per andare in Aula a rendere conto ai palesi.