In una delle ultime passerelle pre elettorali, il presidente della Regione aveva azzardato sorridente: “In Puglia è più semplice votare PD”. La frase può essere annoverata nei primi cinque posti nella classifica degli ipse dixit più celebri, al pari delle citazioni di trapattoniana memoria. Il risultato del PD in Puglia è tra i peggiori d’Italia. A Bari, poi, terra del sindaco Decaro e dello stesso presidente Emiliano, si è per ora persino riusciti nell’impresa di fare peggio.

Il partito è sempre più lontano dalla gente, affamata di cibo, casa e lavoro. Il vecchio modo di fare politica – che non può essere cambiato solo a colpi di videoselfie – è stato inghiottito dai bisogni reali delle periferie sempre più lontane dal centro del capoluogo regionale. A nulla, per esempio, è servito inaugurare il parco di Japigia proprio il giorno prima delle elezioni. Vecchia scuola che non incanta più.

Persino annunciare, forse per la decima volta, che ci saranno campi da calcio, pallacanestro e ping pong ovunque, è bastato a soddisfare le necessità di chi ormai è stanco di fare estenuanti processioni negli uffici comunali chiusi o senza personale a sufficienza per ottenere un proprio diritto; delle clientele, della mancanza di sicurezza per le strade o delle tasse pagate senza poter avere la garanzia di alcuni importanti servizi minimi.

Nel caso in cui Decaro non avesse drenato soldi dal governo nazionale per via dell’amicizia con Renzi fino ad un certo punto, ma anche con il resto della truppa subito dopo, il risultato sarebbe potuto essere persino peggiore. Il declino inizia da lontano, da quando è finita la farsa dell’ascolto su appuntamento nelle stanze del Palazzo; da quando si è deciso di svoltare con le grandi opere, ma soprattutto coi rendering dei progetti di una città per molti versi bella solo sulla carta. La straripante vittoria del Movimento 5 Stelle e la ripresa della coalizione del centrodestra – incluso il nordista Salvini – il cappotto, come in molti lo hanno definito, è soprattutto la sconfitta del PD, incapace di ascoltare a gente, neppure con i suoi storici rappresentanti del territorio, quelli della prima ora.